Sopra, il sindaco di Scandale Carmine Vasovino con il padre Gaetano. Sotto, al lavoro nel bar di famiglia (foto di Cesare Grisi).
Vasovino Carmine, nonno del sindaco, nei documenti dell’Archivio Rossi-Doria di Roma (1955).
VASOVINO CARMINE di Gaetano
Via Cafone del Molinaro
Sorteggiata 2^ Zona, n°722:
Famiglie mature
(anno 1955-56).
Storia di lui
Il padre di Carmine era carrettiere e carrettieri per anni sono stati i suoi figli. Carmine ha ora 48 anni. A 18-20 anni, quando il padre si risposò, lasciò la casa paterna, mise il carretto per suo conto: trasportava grano, carbone, vino; girava tra la Sila e Crotone. Se il carretto era fermo, qualche giornata la dedicava a pochi tomoli in fitto qua e là per coltivar grano, ha una quota di 2 tomoli al Bosco Ferrato ereditata dal padre, a far qualche giornata nelle masserie. Stava bene. Nel 1933 sposò Maria Cusato, conosciuta a Crotone e la portò a Scandale. Aveva conosciuto Maria per caso: il negoziante al quale trasportava carbone a Crotone abitava sotto la casa di Maria, figlia del cuoco di uno dei Berlingieri, che era stato prima cuoco del Barone Stattì a Nicastro, dove appunto Maria era nata. La prima figlia nacque nel 1934, Elisabetta, che ora ha 21 anni. Nel 1936 fu richiamato alle armi e la vita militare durò 9 anni, dall’età di 29 a quella di 38. Prima l’Africa orientale, poi il ritorno a casa ai primi del 1939, poi l’Albania (6 mesi), nel 1940, poi di nuovo a casa, poi in Italia in posti vari fino al 1943. Nel 1943 è in Sicilia all’arrivo degli Alleati, è preso prigioniero, trasportato in Algeria, poi a Casablanca.
La mancanza d’acqua, il poco vitto lo fanno ammalare di infiammazioni e calcoli ai reni. Torna in Italia nel 1945, è riconosciuto invalido di 5^ categoria con diritto a pensione, che riscuote continuamente per 4 anni, fino al 1949, quando improvvisamente, dopo una visita fiscale, la pensione gli è annullata. A questo momento, Carmine, che non può lavorare troppo, ha ripreso la vita di contadino, coltivando 3 tomoli di terra in 3 appezzamenti avuti attraverso la “Cooperativa Combattenti”, andando sulla quota di Bosco Ferrato, dove comincia ad impiantare il vigneto, lavorando qua e là a giornata. A partire dal 1949 deve, tuttavia, impiegare molto tempo per cercare di riavere la pensione e la sua lotta è continuata ininterrotta fino a pochi mesi or sono, anzi fino ad oggi, perché (ottenuto dopo una visita a Roma il ripristino della pensione, ma non sa ancora se di 5ª o di 6° grado) non ha ancora visto il ripristino dei pagamenti e il pagamento degli arretrati.
È facile immaginare come questa sua pratica per la pensione rappresenti la faccenda centrale della sua vita, a risolvere la quale ha avuto l’aiuto di Don Renato (mai del Municipio o, malgrado le promesse, di quel “buon ragazzo” del Sindaco) per la quale ha messo in mezzo l’onorevole La Russa (senza risposta), l’onorevole Cassiani (grazie al cui intervento è andato a Roma per visita che doveva risultare affermativa) e un certo avvocato Torano, che gli è stato di grande aiuto nell’impostare la questione amministrativa col Ministero delle Pensioni e la Corte dei Conti.
Nell’atto della riforma ha avuto in assegnazione una quota parte in valle e parte in colle a Covello (la n°2) per 9 tomolate circa. Le rese unitarie di grano degli anni passati parlano di produzioni di 20-30 quintali di grano; ma a sua affermazione quest’anno la produzione è stata di 8 tomolate soltanto. A partire da quest’anno, riconosciuto nuovamente come invalido, ha potuto lavorare in modo continuativo con l’OVS.
Parte del fascicolo dedicato a Carmine Vasovino, padre di Gaetano e nonno dell’attuale sindaco. Roma, Biblioteca “Giustino Fortunato”, Archivio Rossi-Doria, vol. III, fasc. 15.