Una strada del Bosco Ferrato (Foto sito Grisi)
Molti secoli addietro, sotto Scandale fioriva il piccolo feudo di Santo Stefano il cui territorio comprendeva tutto il Bosco Ferrato fino alla chiesa di Condoleo.
Nel 1274 pagava di tasse
Ai confini del feudo di Santo Stefano con quello di Scandale vi era la località Lo Cantone dove vi era la via pubblica che saliva alla chiesa (poi scomparsa), di San Pietro delle Sette Porte vicino al colle della Culipreda.
Il 10 dicembre 1423 da Aversa il duca di Calabria Luigi III d’Angiò, concedeva l’assenso alla vendita del feudo di Santo Stefano, sito nelle pertinenze di Santa Severina, che era stato assegnato ad Enrichetto de Cerseto dalla regina Giovanna II. Successivamente il feudo ormai disabitato è nel
Nell’Apprezzo di Santa Severina redatto dall’ingegnere Giovan Battista Manni nel 1687, si legge che “dalla parte di tramontana c’è il Bosco di Ferrato, dentro del quale vi è caccia di ogni sorte di animali, così di quadrupedi come di volatili, il quale bosco è comune tanto per il Comune di Scandale quanto per li cittadini di Santa Severina e San Mauro, quali vanno a legnare e pascere, viene coperto da alcuni colli, nelli quali vi sono vigne ed altri alberi fruttiferi, quali servono per comodità degli abitanti di detto casale”.
Nei secoli successivi il terreno intorno alla chiesa di Santo Stefano fu assegnato a vari canonici di Santa Severina. Nella seconda metà del Cinquecento il titolare si chiamava Giovan Battista Caruso, nel 1650 era il reverendo Marco Antonio Benincasa di Mesoraca. Il canonicato esisteva ancora nel Settecento.
Per approfondire si consulti l’articolo di Andrea Pesavento, Il casale ed il feudo di Santo Stefano in territorio di Santa Severina, pubblicato su