Michel Onfray |
“Siamo
una società sottoposta a controlli di ogni tipo, una società in cui la parola,
la presenza, l’espressione, il pensiero, le idee e gli spostamenti sono
completamente tracciati e tracciabili. Le informazioni recuperate potranno
essere tutte usate per istruire le pratiche destinate al tribunale del
pensiero.
Noi
siamo archiviati. Lo siamo grazie al nostro telefonino portatile, strumento
nomade per eccellenza della servitù volontaria, e lo siamo grazie al nostro
computer, variazione connessa alla rete di questo primo strumento. Lo siamo
grazie alle telecamere di sorveglianza presenti un po’ dappertutto: per strada,
nei parcheggi, nei negozi, nei palazzi, nei dispositivi di schedature come i
videocitofoni e all’entrata delle case. Lo siamo grazie alla domotica
interconnessa, tipo Alexa, che installa nelle abitazioni dei microfoni con cui
diventa possibile ascoltare tutto. Lo siamo grazie alla limitazione prodotta da
tutti questi strumenti nomadi e grazie agli orologi digitali che, connessi
anche loro alla rete, auscultano il nostro corpo, annotano il tasso di zucchero
e di grassi, contano i battiti cardiaci, si segnano le abitudini sportive, le
ore di sonno, il numero di piani fatti e le consuetudini alimentari. Siamo
archiviati grazie ai tracciamenti dei microchip nelle carte di credito, nelle
tessere sanitarie e anche nelle carte fedeltà dei negozi. Lo siamo grazie ai
radar e alle videocamere installate sulla rete stradale, lo siamo grazie alle
apparecchiature degli indici di ascolto e grazie agli istituti di sondaggio. Lo
siamo grazie alle piattaforme di telefonia e grazie ai social network, piaga
delle piaghe, strumento della perfetta esposizione di noi in ogni campo. Siamo
capaci di esibire senza ritegno i nostri acquisti alimentari e il modo in cui
li cuciniamo, e siamo capaci di mettere in mostra il nostro corpo tatuato,
abbronzato, ingrassato, allenato, raggrinzito, pettinato, rasato, pompato,
truccato, vestito, denudato, ingravidato, malato e ferito. Non abbiamo nessun
problema a sbandierare i nostri pensieri, i nostri giudizi, i nostri commenti,
le nostre riflessioni, i nostri insulti, le nostre predilezioni e le nostre antipatie
e non facciamo difficoltà a mettere in piazza tutte queste cose senza nemmeno
sentire in bisogno di chiedere a quelli che incontriamo, in contesti pubblici o
in contesti privati o addirittura intimi, la traccia o la prova di tutti questi
incontri” (pp. 179-180)
Michel Onfray
Chambois, 1 gennaio 1959 –
Filosofo
francese fra i più popolari e controversi, autore di circa cento libri fra cui
il fortunato Trattato di ateologia
(2005), decostruisce ormai da trent’anni mitologie religiose, filosofiche,
sociali e politiche.
Cfr.
Michel Onfray, Teoria della dittatura,
Ponte alle Grazie, Milano 2020 – Éditions Robert Laffont, Paris 2019.