Don Renato dirige i lavori per la costruzione della Casa di Carità - Foto dei primi anni Sessanta |
I lavori
a Scandale per la “Casa di Carità”
Scandale,
4
Finalmente
il sogno dell’Arciprete di Scandale, don Renato Cosentini, ideatore della
locale Casa della Carità, sta per essere realtà.
Dopo
anni di attesa, e dopo aver mendicato di qua e di là, incompreso, spesso
deriso, oggi, agitandone il progetto, traccia di persona il solco nel quale
affonderà le fondamenta la nuova sede della sua opera di bene a pro
dell’infanzia abbandonata e derelitta del crotonese. Il suo motto “In spe contra
spem credidi” che a caratteri cubitali sarà scritto sul frontespizio del nuovo
edificio, oltre ad un programma, ha un significato profondo, noto solo a Dio ed
a pochi confidenti del parroco di Scandale.
Vicino
al Santuario di Condoleo, in amena posizione con panorama incantevole,
affacciantesi sui monti della pre-Sila e sul “glauco jonico mare”, sorgerà il
nuovo istituto che, sobrio e modesto nelle linee, riunisce in uno i fini
pedagogici e igienico sanitari propri dell’opera.
Il
costo? I mezzi?... Non riusciamo a scoprirli! Si ha solo notizia che la
sottoscrizione in favore dell’Istituto fu aperta dalla consorte del Presidente
della Repubblica, Donna Carla Gronchi, con l’offerta di Lire 30.000, cui hanno
fatto seguito il Ministero dell’Interno con Lire 200.000, e l’appoggio morale
promosso dalle massime autorità provinciali e centrali nonché di tutti i parlamentari
calabresi della DC che hanno spiegato tutto il loro fattivo interessamento
presso gli organi governativi…
[manca
il resto dell’articolo]
Non ho la data esatta di questo articolo pubblicato
da Gino Scalise su Il Tempo di Roma. Probabilmente è stato scritto nei primi
anni Sessanta. Tanti anni fa Il Presidente mi ha dato la fotocopia di questo
pezzo, ma non si ricordava né la data, né dove era finito il resto
dell’articolo.
Nel momento in cui scriveva ha citato come si ricordava il passo in latino “qui contra spem in spem credidit” da Paolo di Tarso, Lettera ai Romani, 4,18, che più o meno è "la speranza contro la speranza" o “Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza”.
Nel momento in cui scriveva ha citato come si ricordava il passo in latino “qui contra spem in spem credidit” da Paolo di Tarso, Lettera ai Romani, 4,18, che più o meno è "la speranza contro la speranza" o “Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza”.