domenica 26 luglio 2020

Casa della Carità - Articolo di Gino Scalise

Don Renato dirige i lavori per la costruzione della Casa di Carità - Foto dei primi anni Sessanta


I lavori a Scandale per la “Casa di Carità”

Scandale, 4
Finalmente il sogno dell’Arciprete di Scandale, don Renato Cosentini, ideatore della locale Casa della Carità, sta per essere realtà.
Dopo anni di attesa, e dopo aver mendicato di qua e di là, incompreso, spesso deriso, oggi, agitandone il progetto, traccia di persona il solco nel quale affonderà le fondamenta la nuova sede della sua opera di bene a pro dell’infanzia abbandonata e derelitta del crotonese. Il suo motto “In spe contra spem credidi” che a caratteri cubitali sarà scritto sul frontespizio del nuovo edificio, oltre ad un programma, ha un significato profondo, noto solo a Dio ed a pochi confidenti del parroco di Scandale.
Vicino al Santuario di Condoleo, in amena posizione con panorama incantevole, affacciantesi sui monti della pre-Sila e sul “glauco jonico mare”, sorgerà il nuovo istituto che, sobrio e modesto nelle linee, riunisce in uno i fini pedagogici e igienico sanitari propri dell’opera.
Il costo? I mezzi?... Non riusciamo a scoprirli! Si ha solo notizia che la sottoscrizione in favore dell’Istituto fu aperta dalla consorte del Presidente della Repubblica, Donna Carla Gronchi, con l’offerta di Lire 30.000, cui hanno fatto seguito il Ministero dell’Interno con Lire 200.000, e l’appoggio morale promosso dalle massime autorità provinciali e centrali nonché di tutti i parlamentari calabresi della DC che hanno spiegato tutto il loro fattivo interessamento presso gli organi governativi…
[manca il resto dell’articolo]



Non ho la data esatta di questo articolo pubblicato da Gino Scalise su Il Tempo di Roma. Probabilmente è stato scritto nei primi anni Sessanta. Tanti anni fa Il Presidente mi ha dato la fotocopia di questo pezzo, ma non si ricordava né la data, né dove era finito il resto dell’articolo. 
Nel momento in cui scriveva ha citato come si ricordava il passo in latino “qui contra spem in spem credidit” da Paolo di Tarso, Lettera ai Romani, 4,18, che più o meno è "la speranza contro la speranza" o “Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza”.