Ezio Scaramuzzino con il fratello Nando |
Fratello mio, fratello nostro, fratello caro. Siamo qui, e ci
siamo tutti, stretti vicino a te, perché tutti avvertiamo la sofferenza, il
dolore, lo strazio per l'inizio del tuo ultimo, definitivo viaggio. Io e te
siamo nati nella stessa famiglia, siamo poi cresciuti e vissuti nella stessa
comunità, legati da quegli stessi vincoli e da quell'unico, comune destino, che
ci ha tenuti l'uno accanto all'altro fino a qualche giorno fa. Siamo vissuti,
fratello mio e tante volte non siamo riusciti ad esprimerci reciprocamente il
bene che ci volevamo, per quel pudore che spesso ci ha condizionati, nella convinzione che il
bene, l'affetto, per non dire altro, non fosse necessario esprimerlo con le
parole, anche perché non esistono parole che possano esprimere adeguatamente
l'intensità di certi sentimenti. Sapevamo che il bene era meglio esprimerlo con
il cuore, piuttosto che con le parole. Siamo vissuti così, fratello mio, spesso
nel silenzio e talvolta nell'intesa espressa solo dai nostri sguardi, dalle
nostre emozioni.