mercoledì 10 ottobre 2018

Emilio Praga - La strada ferrata

Emilio Praga


La strada ferrata


Addio bosco di frassini ombrosi,
ondeggianti campagne di biade!
Del villaggio tranquille contrade
dove giuocano i bimbi al mattin.

Addio, pace de’ campi pensosi,
solitarie abitudini, addio;
l’operaio sul verde pendio
già discende il ferrato cammin.

Passerà nell’antico convento,
sulle fosse dei monaci estinti;
se all’inferno non giacciono avvinti
lo sa Iddio che stupor li corrà!

Dove il cantico, inutile, lento,
si perdea per la pinta navata,
volerà, dal suo genio portata,
via, fischiando, la sua scettica età.

Che terrori nel nido latente
degli ignari augelletti quel giorno!
Da tugurio a capanna d’intorno
che sussurro, che ciance quel dì!

Che dirà questa povera gente,
cui repente – il miracolo appare?
Vecchierelli, aspettate a spirare
quando giunta la strada sia qui.

Che diran gli infelici a cui preme
la tremenda miseria del pane?
E cui nulla concede il dimane,
nella vita, che affanni e sudor?

Quando accanto all’aratro, che geme
lentamente nei solchi girando,
scorrerà, quasi ai pigri insultando,
l’uragano del nostro vapor?


Emilio Praga
Gorla 1839 – Milano 1875
Scrittore e pittore

Piccola parte di una lunga poesia (tratta da Trasparenze), pubblicata nel 1878 dopo la sua morte. Praga, che proveniva da una famiglia agiata, condusse una vita sregolata. Tra i maggiori esponenti della Scapigliatura, morì in miseria, distrutto dall’alcolismo, a soli 36 anni.