Alberto Moravia |
Alberto Moravia
vero nome Alberto Pincherle
Roma 1907 – Roma 1990
Scrittore
Alberto
Pincherle (userà poi sempre il cognome Moravia della nonna paterna) era cugino
dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, uccisi il 9 giugno del 1937 in un agguato
della Cagoule (formazione paramilitare di estrema destra), a Bagnoles de l’Orne
in Normandia. Suo padre, Carlo, era fratello di Amelia Pincherle, madre dei due
antifascisti uccisi in Francia su ordine, sembra, dei servizi segreti fascisti.
Moravia
si impose all’attenzione della critica nel 1929 con il romanzo Gli indifferenti, analisi spietata della
crisi di valori del mondo borghese. Il libro fu pubblicato dalla casa editrice
Alpes di Milano che era presieduta dal fratello del Duce, Arnaldo Mussolini.
Nel
1941 sposò Elsa Morante, ma nel 1962 si separa e si lega alla scrittrice Dacia
Maraini.
Figura
di intellettuale impegnato e curioso, ha partecipato attivamente al dibattito
intellettuale e politico, svolgendo una costante attività di giornalista, di
critico cinematografico e saggista. Nel 1953 fondò con Alberto Carocci la
rivista Nuovi Argomenti che diresse
fino alla fine. Dal 1984 al 1989 fu eletto deputato al Parlamento europeo nelle
liste del PCI.
Parte finale di una Lettera di Alberto Moravia a
Benito Mussolini del 26 marzo 1935
Eccellenza
[…].
Tengo
dunque a dichiarare che ammiro l’opera del Regime in tutti i vari campi in cui
si è esplicata e in particolare in quella che come artista a me più interessa,
cioè in quella delle lettere e della cultura. Debbo inoltre soggiungere che la
personalità intellettuale e morale dell’Eccellenza Vostra, mi ha sempre
singolarmente colpito come esemplare e straordinaria per le molteplicità delle
attitudini e la forza della ispirazione e soprattutto per il fatto di avere nel
giro di pochi anni saputo trasformare e improntare di Sé la vita del popolo
italiano. Queste cose che io vi scrivo non sono dovute a nessuna specie di
personale interesse o di ambizione politica, ma al sincero desiderio di
chiarire dinanzi alla V.E. e al Regime la mia particolare situazione, che è
quella di un artista italiano il quale cerca di fare opera non indegna della
grande tradizione e dell’immancabile avvenire del suo Paese.
La lettera e tante altre notizie si trovano in Roberto
Festorazzi, “Caro Duce di scrivo”. Il
lato servile degli antifascisti durante il Ventennio, Edizioni Ares, Milano
2012.