Marcello Veneziani |
Paese ipocrita che si estinguerà
L’Italia
è il Paese che fa meno figli al mondo e i decessi superano le nascite. Ma se
invochi la fertilità ti attaccano tutti, le elites, i media, le piazze che
manifestano oggi contro il Fertility Day. E già, meglio lo sterility day.
Persino il capo del governo critica la campagna del suo ministro della salute e
dice una furba idiozia: pensare che con una campagna per la fertilità la gente
si convinca a fare figli è una sciocchezza. Vero, allora abolite le campagne
contro il femminicidio: pensare che gli uxoricidi si convincano a non uccidere
con una campagna è pura idiozia. E così per le campagne contro il razzismo e
l’omofobia. Si possono inscenare campagne per le nozze gay e per i trans, figli
in provetta e uteri in affitto, aborti ed eutanasia. Ma guai a parlare di
nascite e di fertilità. Chi promuove il valore della procreazione, dicono,
offende chi non può avere figli, perché sterile o perché non ha i mezzi. È
evidente che si vuol sensibilizzare alla fertilità chi non vuole avere figli
per egoismo, per non aver fastidi, perché pensa solo al presente, e non certo
chi non può averli. E poi, scusate, con la stessa logica chi inneggia ad altre
unioni, altri gender e altre nascite, non offende la famiglia secondo natura e
civiltà? Siamo passati dalla libertà di vivere ciascuno a suo modo al divieto
di sostenere la maternità, la paternità, i figli secondo natura. È proibito
ricordare che siamo un paese di morti, senza aspettativa di futuro, un paese
che rifiuta l’idea stessa della nascita e si consegna alla decadenza; i dementi
dicono che invocare più figli è fascismo. C’è un’abissale differenza tra chi
incitava a far figli perché «il numero è potenza» e chi invece avverte che
l’Italia muore se non fa più figli. Il sottinteso è che gli spazi vacanti della
denatalità saranno poi occupati da migranti, i campi d’accoglienza sono le
nuove cliniche ostetriche. E sappiamo chi sono gli imprenditori politici che ne
traggono profitto. Una campagna a sostegno delle nascite dovrebbe farla il
governo e non il ministero della Salute e affiancarla a un piano serio di
tutela delle famiglie e delle nascite, tra agevolazioni, bonus, servizi.
Sarebbe una campagna di civiltà, di fiducia nel futuro e di amore per la vita.
Magari una campagna con un nome vero e non con una minchiata americana tipo
fertility day, buona per un reality. Far nascere è un segno di vita, una
risposta alla morte dell’Italia e ai suoi beccamorti.
Articolo
di Marcello Veneziani sul giornale “Il Tempo” del 22/09/2016