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Marco Pannella |
Marco Pannella
All'anagrafe Giacinto Pannella
Teramo 1930 – Roma 2016
Politico italiano
Ad posterum rei memoriam
Chiunque
sia, non dico cattolico, ma perlomeno una persona che vive cercando di
perseguire un criterio di razionalità e onestà, non può apprezzare quasi nulla
di quest’uomo, tanto meno elogiarne gli atti. Se poi è un ecclesiastico a
elogiarlo, diviene scandaloso l’elogio.
Un
ecclesiastico, dovrebbe pregare per la sua anima (in quanto fino all’ultimo
istante di vita ci si può salvare) ma al contempo condannare pubblicamente
tutto l’immenso male compiuto da costui, a partire dalla corresponsabilità
nell’uccisione di milioni di bambini nel grembo delle madri per arrivare a
quella di decine di milioni di giovani rovinati o uccisi dalla droga, a partire
dall’aver dissolto ogni senso di morale pubblica nella società italiana per
arrivare all’appoggio dato per far entrare in parlamento assassini, terroristi
e prostitute, a partire dal sostegno dato a qualsivoglia pratica
frankeinsteiniana ed eugenetica per arrivare alla normalizzazione della
sodomia, dell’incesto, e di quant’altro possibile e immaginabile.
A
partire dalle sue campagne per il divorzio e la distruzione della famiglia per
arrivare – pochi lo sanno o lo ricordano – alla proposta della legalizzazione
della pedofilia “pacifica”…E potremmo continuare a lungo con le malefatte di
questo nemico del bene e degli uomini. Tutti ricordano Cicciolina, ma pochi
ricordano Toni Negri…
Quanta
morte sulla coscienza di quest’uomo, e quanti morti. Quanta corruzione morale,
e quanti moralmente corrotti. Chi lo elogia, si rende complice di tanta
infamia. E se ecclesiastico, la complicità è mostruosa, come e più del
corruttore. Chiunque sia. Certamente, su una cosa sono d’accordo con tutto
l’elogio laico e non laico di queste ore e dei prossimi giorni: è stato senza
dubbio un altissimo esponente di questa Repubblica Italiana. Su questo, non vi
può essere dubbio alcuno. Ora è al cospetto di Dio. Ed è al cospetto di tutte
le sue vittime e delle vittime delle sue battaglie e dei suoi complici.
A
Dio la sentenza. A noi la memoria imperitura dei suoi atti pubblici.
Massimo
Viglione, 21 maggio 2016 - http://www.civiltacristiana.com