Scandale - Piazza Guglielmo Oberdan in una foto d'epoca (Archivio Aprigliano) |
Scandale, ieri
Lassù oltre il mare
oltre le curve irte rincorse dalla luna,
giungi al paesello che dorme e si riposa,
tra le sue belle vie non mormora la notte,
cantando i grilli insieme, intonano
le ninne del sonnecchiare dolce
del vecchio contadino.
È l’Alba ormai in Bellavista,
è l’alba al paesello,
Da Villa Condoleo si ammira il sol che sorge
è tondo è rosso e sembra dorma in mare,
sbucando dal profondo si rialza a far mattino.
Or su anche i rumori si sveglian numerosi,
già di buon mattino ramazza lo spazzino,
su e giù per il paese è musica di genti
gli ambulanti con la frutta felici fanno affari,
un clacson strombazzante annuncia che c’è il pane.
Per tutta via Puccini il sole l’accarezza.
La gente dal dottore fa fila sul muretto
si affaccia la vecchietta e chiede s’è arrivato
c’è solo don “Gustino” risponde un pensionato,
più giù per il paese si incontrano sorrisi
ti fermano a parlare familiari visi,
Dopo un battito di ciglio…Ma tu a chi sei figlio?
E con stupori sorridenti in fine si è parenti.
Quanti bei momenti trascorsi al paesello
gli infantili giochi di capanne sugli ulivi
la campanella e gli infiniti nascondini
da ogni scorcio sbucavano bambini,
Il rimbombo della palla sul muretto
suscitava alquanto l’ira del vecchietto
i bambini già scomparsi dal vialetto
si aspettavan sulla palla un taglio netto
la fortuna questa volta li ha graziati
è felici in una corsa spenzierati,
ignari di un futuro da emigrati,
che Scandale…li destina rassegnati.
Carmine Coriale