In questa foto d'epoca appare un amico del barone Drammis. Me l'ha regalata Giovannino un po' di anni fa, si trovava in un vecchio album di famiglia |
Al Generale d’Armata Sig. Alfonso La Marmora , Comandante il 6° Dipartimento
Militare - Napoli
Oggetto: morte di due briganti della
banda Monaco.
Catanzaro, lì 20 febbraio 18 64
In continuazione della mia officiale del 15 andante N° 293, ecco
quanto posso significare all’E.V. circa l’avvenuta morte di malfattori contro
distinti.
Il Barone Drammis, ricco proprietario di questa provincia, venuto
la sera del 12 stante in cognizione che due briganti appartenenti per lo
addietro alla banda di Pietro Monaco si nascondevano in una grotta del
territorio di Santa Severina. Spiegò a quella volta 15 de’ suoi guardiani sotto
gli ordini del proprio segretario signor Raffaele Brittelli, per sorprenderli e
arrestarli.
Giunti nel luogo indicato, ed appressatesi alla grotta la guida
che ve li aveva condotti a nome Domenico Tallarico si diè ad alta voce a
chiamare il brigante Rosario Mangone, e comparso questi all’imboccatura della
grotta esplodevagli contro il proprio fucile senza menomamente ferirlo.
Da qui ebbe principio la zuffa poiché i due briganti fatti certi
non restar loro modo di salvezza, pensarono a difendersi accanitamente.
Scambiati vari colpi senza il minimo risultato, ed intimata inutilmente la resa
ai briganti, i guardiani del Drammis pensarono vincerli con altro mezzo.
Raccolta una quantità di fascine, le accesero sul limitar della grotta,
pensando che il calore ed il fumo avrebbero certamente snidato dalla grotta
medesima i malandrini, ma questi pria di cader vivi nelle
mani di coloro, da cui si da presso erano incalzati, preferirono la morte ed in
fatti asfissiati perirono.
Per
verità mi ha fatto senso tale avvenimento, dopodiché forse gli assassini
avrebbero potuto cadere in mano della Forza, senza che questa avesse ricorso al
mezzo troppo decisivo, di cui ho sopra parlato. Comunque, mi sono già
nuovamente rivolto al Sottoprefetto di Crotone, perché voglia darmi nuovi
dettagli dell’avvenuto, indicandomi segnatamente se i guardiani del Drammis
avrebbero potuto di fronte alla località nella quale si trovavano, procedere
diversamente di quello che fecero, come ritengo per parte mia.
Il Prefetto
.........................................................
Ufficio dell’Ispettore delle Legioni
Meridionali
Al Generale
d’Armata Comandante il Dipartimento Militare
Napoli, 20
febbraio 18 64
Il
13 andante, alcuni guardiani del Barone Drammis da Scandale (Calabria Ultra),
scoprirono che i due contro notati briganti, avanzo della banda Monaco, s’erano
ricoverati in una grotta sita sulle fini di Santa Severina, ed assediata la
caverna non essendosi voluto questi arrendere i guardiani radunarono molta
paglia sul limitare della medesima ed appiccatovi fuoco li fecero morire
asfissiati.
Il Maggiore Generale Ispettore
Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito,
Fondo Brigantaggio, G11, B 63, ff. 44, 45 e 46. Questi documenti che riguardano il barone Drammis sono stati pubblicati nel libro di
Peppino Curcio, Ciccilla. Storia della
brigantessa Maria Oliverio, del brigante Pietro Monaco e della sua comitiva.
Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 2010, pp. 226-228. Sempre in questo libro
vengono riportate le testimonianze, rilasciate in Tribunale, di due briganti della banda Monaco (Giuseppe
Rizzuto e Antonio Luca) accusati di aver partecipato al mancato sequestro del
Drammis avvenuto sempre in quel periodo (Archivio Centrale dello Stato – Roma.
Tribunali Militari Straordinari busta 132, fascicolo 1465).