UN GIORNO DI BURRASCA
Guizzano su nel cielo sempre arcigno
Lampi, danzanti nel mortal duello
Come a ferirsi con le lame in pugno,
Mentre tuoni dal rombo fragoroso,
Risuonano nell’aria ch’è nebbiosa.
La pioggia cade giù a catinelle
E scroscia sulla terra ch’è inzuppata
E non concede tregua alla natura,
Che riparo non dà manco agli uccelli,
In anfratti e fra i rami rifugiati.
Dubbioso in alto guarda il contadino
E poi, pensoso si ritira in casa
Sedendosi alla fiamma del camino,
Mentre la massaia rimane allegra
Quando sente il profumo dei fagioli
Poggiati sopra al fuoco, nel paiolo.
L’aria umida e greve si fa fredda
E i fischioni vengono dal mare
A beccare nei campi già fangosi
Lombrichi e semenze a loro care.
S’invola pur la timida calandra
Che fa sentire il melodioso canto,
Poi lesta plana al suo celato nido
Fra
crepe della terra, nel roveto.
Il temporale passa lentamente
E posto lascia al sole luminoso
Ch’asciugherà i campi devastati.
I temporali della vita invece,
Che fanno sempre male, fino in fondo
Non danno alcuna luce, né calore
E scavano un gran solco doloroso
Nell’animo più acerbo e lacrimoso.
Alfredo Giglio