domenica 31 luglio 2011

Le Feste di Scandale in un articolo di Fra Memoria di Leonia




La Madonna di Condoleo in Via Nazionale, in una foto del 1960 conservata da Luigi Aprigliano



LA FESTA DI OGGI LA FESTA DI IERI



La festa della Madonna del Condoleo e la festa della Madonna della Difesa si celebrano, ad anni alterni, nei primi giorni del mese di agosto, per favorire la partecipazione dei tanti scandalesi emigrati all’estero o al nord Italia. Don Renato soleva dire che la Madonna attende ogni anno con ansia il ritorno dei suoi figli lontani. I figli non dimenticano mai la loro mamma celeste, anche se le traversie della vita, a volte, li fanno apparire poco interessati al sentimento religioso. Chissà quante volte nelle ore buie della prova, la Madonna del Condoleo o della Difesa sarà stata invocata dagli scandalesi lontani dal loro paese natio.



Una devozione questa che viene da lontano. I nostri antenati raccontavano che nel periodo della presenza dei francesi nel territorio crotonese, una grave siccità colpì le nostre popolazioni. Alcuni devoti ebbero l’idea di portare in processione la miracolosa Immagine della Madonna del Condoleo per invocare la grazia della pioggia. Il quadro della Madonna girò per tutte le viuzze del paese ma il cielo non diede nessun segno di turbolenza. Sulla strada del ritorno al santuario, un ufficiale francese rivolto all’immagine sacra minacciò la Madonna con queste parole: ”Se non piove vuol dire che tu non sei la Madonna e per questo ti daremo fuoco”. Certamente la Madonna ebbe compassione e compatì il francese ma volle dare una risposta alla fede del popolo scandalese. Quando la processione arrivò al Craparizzo (più o meno nei pressi dell’attuale salone “Gianni”) si scatenò un forte temporale. Il blasfemo soldato francese cadde confuso in ginocchio. Il miracolo della pioggia rafforzò la fede degli scandalesi. Da generazione in generazione i nostri padri hanno sempre educato i figli alla venerazione della Madonna. A volte anche le bestemmie pronunciate nell’ira, più che un oltraggio rappresentavano un grido disperato di fede quasi per dire “Dove sei? Perché non mi aiuti?” Un paradosso: nella bestemmia un atto di fede, direi d’amore!



Una volta in tempi lontani la Madonna del Condoleo e della Difesa erano onorate con due distinte feste. La festa del Condoleo si celebrava la prima domenica dopo la santa pasqua mentre quella della Difesa, la prima domenica di settembre. Erano i tempi segnati da una grande povertà che non consentivano tanti sprechi come sono in uso ai nostri giorni. La festa era festa e ci si metteva l’abito nuovo. Il primo impegno di spesa era quello di addobbare a festa la chiesa. Una settimana prima della festa arrivava “l’addobbaturo” con tante strisce di stoffa. L’addobbaturo era un vero artista. Con le sue stoffe colorate preparava archi e colonne che con maestria venivano appesi alle travi per poi calarsi nell’armonia dei colori intorno all’altare e lungo le navate laterali. La chiesa dunque rappresentava la centralità della festa e dava un respiro arcano! Poi si è fatta strada la modernità ovvero un certo modernismo tendente a introdurre innovazioni a scapito della tradizione. Così il comitato festa tagliò le spese dell’addobbo per favorire la venuta del “cantante” e l’addobbaturo rimase disoccupato a vita.



Il profano prese il sopravvento sul sacro. Il quadro della Madonna divenne strumento per la raccolta di denaro da destinare al divertimento di piazza. Una volta, le spese della festa riguardavano l’addobbo della chiesa, la banda musicale, l’illuminazione e i fuochi d’artificio chiamati “spari”. La banda musicale richiedeva un impegno maggiore sia in termini economici che logistici. Per la parte economica si provvedeva in tempo. Infatti, nel periodo della trebbiatura, i contadini versavano una manciata del loro raccolto. Se l’annata era stata buona, i contadini più agiati versavano per la festa un “menzaluro” di grano, gli altri soltanto un “mezzumenzaluro”. Il comitato festa ammassava grano, fave, favette e ceci e il ricavato della vendita rappresentava la base economica per fronteggiare le spese della festa.



Le bande musicali più richieste erano quelle della Puglia in particolare la banda di Acquaviva delle Fonti. La banda doveva sostare in paese tre giorni. Arrivava nel pomeriggio del venerdì e accompagnava il quadro della Madonna dal santuario alla chiesa matrice. Se ne tornava a mezzanotte della domenica successiva, dopo aver tenuto il concerto in piazza S. Francesco. La banda poneva il problema logistico del vitto e dell’alloggio. Per il vitto, le famiglie meno povere facevano a gara per avere un “musicante” a tavola! Compito del comitato festa era quello di scegliere le famiglie alle quali assegnare il musicante. Quando i musicanti parlavano tra di loro si raccontavano le ospitalità ricevute. Mense non sempre ricche ma sempre e comunque improntate all’allegria, favorita da un buon bicchiere di vino paesano. Il problema complicato era dove “fare dormire” 40 e più musicanti Non c’erano alberghi allora (Scandale non ne ha nemmeno uno oggi, figuriamoci allora) né pensioni. Si allestiva un dormitorio nella chiesa dell’addolorata e il problema era risolto. Per tale occorrenza le famiglie mettevano a disposizione brande e materassi. La festa insomma coinvolgeva tutti come figli di una stessa madre. Nessuno poteva sentirsi figliastro.