domenica 1 maggio 2011

“Il Brigante” a Scandale



Nella foto a destra si vede una scena del film dove l’Appuntato Fimiani, armato di mitra, affronta “Il Brigante” nella centralissima Piazza San Francesco a Scandale. Nella foto sotto si vede l’attore principale Adelmo Di Fraia (Il Brigante), alla presentazione del film al Festival di Venezia. Accanto a lui la famosa attrice Anna Magnani.




IL BRIGANTE

Anno 1960, durata 143 minuti. Origine ITALIA - Genere Drammatico-Sociale - Formato schermo panoramico. Tratto dall'omonimo romanzo di Giuseppe Berto, edito in Italia da Longanesi. Produzione Angelo Rizzoli per CINERIZ - Distribuzione CINERIZ (1961). Regia di Renato Castellani - Aiuto Regista, Eriprando Visconti e Sauro Scavolini (C.S.C.) - Sceneggiatura di Renato Castellani. Assistente, Piero Cristofani. Direttore della Fotografia, Armando Nannuzzi. Operatore alla Macchina, Giuseppe Ruzzolini. Musiche di Nino Rota, diretta da Franco Ferrara. Montaggio di Jolanda Benvenuti. Produttore esecutivo, Franco Magli. Organizzazione produzione, Sergio Iacobis.

ATTORI
Michele Rende Adelmo Di Fraia, Miliella Serena Vergano, Giulia Ricadi Anna Filippini, Natale Aprici Renato Terra, Nonna di Nino Angela Sirianni, Nino Stigliano Francesco Seminario, Bovone Francesco Mascaro, Pataro Mario Jerard, Madre di Nino Elena Gestito, Giulia Ricardi Anna Filippini, Appuntato Fimiani Giovanni Basile, Don Francesco Tomea Salvatore Moscianese.




Di seguito riporto parte di un articolo di un “Rotocalco” del 1960, uscito a cura dell’Ufficio Stampa e pubblicità di CINERIZ, pubblicato in pochissime copie e distribuito prima della presentazione del film.



“Due anni di lavoro: con mesi e mesi di ricerca, sopralluoghi ed indagini; una delle regioni più “chiuse” d’Italia perlustrata palmo a palmo prima delle riprese; contatti con tutti gli strati sociali della regione, difficili e laboriosi per la natura ed il carattere degli individui; centinaia di chilometri percorsi a dorso di mulo per trovare i luoghi dell’azione e poi la cosa più difficile, la materia prima del film: trovare il materiale umano che, indicato da Giuseppe Berto nel suo romanzo, Castellani doveva muovere, far parlare.


In condizione d’ambiente difficili, fra gente che è solita parlare con gli occhi Castellani inizia le riprese che si protraggono per ben dieci mesi, cioè tutte le quattro stagioni dell’anno, stagioni che sullo schermo poi risultano con evidenza. Sembra che in due o tre sperduti paesini delle montagne calabre si sia trasferito un centro sperimentale di cinematografia, un’accademia di recitazione che diploma i primi suoi attori: un pescatore di Anzio, un ragazzino calabrese, una mannequin di Milano, una giovane aspirante attrice ed un gruppo locale di una dozzina di attori degni di figurare in un grande spettacolo. Fotogramma per fotogramma Castellani consegna allo stabilimento di sviluppo e stampa un’opera che la cinematografia italiana può onorarsi di proporre all’attenzione del mondo intero. Gli elementi essenziali ed integranti del film quali la fotografia, l’ambientazione e le musiche sono là, sullo schermo, a testimoniare con quanta intelligenza, con quanti sforzi una “troupe” cinematografica composta da sole dodici persone abbia realizzato questo film che dal punto di vista artistico e spettacolare, si riallaccia a quel genere che ha affermato il cinema italiano nel mondo”.