domenica 17 aprile 2011

“Scandale” di Antonio Audia




Incrocio via Nazionale via Puccini a Scandale in un bel dipinto di Alberto Elia. Le foto delle sue opere si trovano nel sito Musica x Sempre.

SCANDALE

Con vanto ti chiamasti Gaudioso,
posto sul colle ameno tra mare e monte.
paese di pastori e contadini
senza pretesi e vanti, ma tanto caro.
Con un barone venuto da lontano,
un prete, una mammana ed un curante:
nessuno del paese, tutti di fuori.
Oggi ti nomini Scandale.
Pel forestiero sei sempre una tortura
per le tue curve che fanno paura.
Ma per bontà, bellezza e pulizia
vicino agli altri non fai brutta figura.
Il lungo Corso invita gli emigranti,
venuti per le ferie da lontano,
ad esibire la macchina con vanto
e mostrarsi sportivi ed eleganti
alle ragazze belle e attraenti.
Dura poco però la permanenza,
la mente è già volta alla partenza,
lacrime trattenute in cuor battente
e rabbia inesplosa tra i denti.
Quanti paesani se ne vanno
dicendo grazie al nostro bel Governo
che manda i suoi figli allo sbaraglio.
Parecchi ritornano da morti
per riposare nel nostro camposanto,
dopo una vita di lacrime e di stenti.
Scandale, non permettere che partino,
allarga le tue braccia e stringi forte
i tuoi cari che devono lasciarti!
Fate qualcosa, Difesa e Condoleo:
Madonne sempre care di Scandale.
Aiutate i figli che Vi hanno in cuore,
grati, gaudiosi e molto amanti,
lavoratori bravi, e tolleranti.
Sei un paese molto travagliato
con vento forte e da nebbia assaltato
tanto da far tremare molta gente.
Ti senti tradito e molto abbandonato
dai tuoi cari che se ne vanno al Nord.
Non te la prendere, non t’angustiare!
I tuoi figli un dì ritorneranno:
sono al nord e lavorano pesante
sempre col cuore abbarbicato a Sud
e la speranza viva di ritornare
ai monti, ai mari, ai tramonti
che mandano bagliori e riverberi di luce sulle case,
e respirare l’aria natia,
e baciar la mamma quando si ha bisogno.
Questo è il pensiero che rivolgo a Dio,
al mio paese e alla Calabria mia!


Antonio Audia, Spissole, Maragraf, Roccabernarda (Kr), 1998, pp. 67-69.