Fabrizio De André
Canzone di Marinella
Questa di Marinella è la storia vera
Che scivolò nel fiume a primavera
Ma il vento che la vide così bella
Dal fiume la portò sopra una stella
Sola senza il ricordo di un dolore
Vivevi senza il sogno d'un amore
Ma un re senza corona e senza scorta
Bussò tre volte un giorno alla tua porta
Bianco come la luna il suo cappello
Come l'amore rosso il suo mantello
Tu lo seguisti senza una ragione
Come un ragazzo segue l'aquilone
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
Lui ti baciò le labbra ed i capelli
C'era la luna e avevi gli occhi stanchi
Lui pose le sue mani sui tuoi fianchi
Furono baci e furono sorrisi
Poi furono soltanto i fiordalisi
Che videro con gli occhi delle stelle
Fremere al vento e ai baci la tua pelle
Dicono poi che mentre ritornavi
Nel fiume, chissà come, scivolavi
E lui che non ti volle creder morta
Bussò cent'anni ancora alla tua porta
Questa è la tua canzone, Marinella
Che sei volata in cielo su una stella
E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno, come le rose
E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno, come le rose
“La
canzone di Marinella" non è nata per caso, semplicemente perché volevo
raccontare una favola d’amore. È tutto il contrario. È la storia di una ragazza
che a sedici anni ha perduto i genitori, una ragazza di campagna dalle parti di
Asti. È stata cacciata dagli zii e si è messa a battere lungo le sponde del
Tanaro, e un giorno ha trovato uno che le ha portato via la borsetta dal
braccio e l’ha buttata nel fiume. E non potendo fare niente per restituirle la
vita, ho cercato di cambiarle la morte”
Fabrizio De André
Genova 1940 – Milano 1999
Cantautore