mercoledì 6 dicembre 2017

Massime e aforismi - Voltaire

Voltaire

“Che cosa è la tolleranza? È l’appannaggio dell’umanità. Noi siamo tutti impastati di debolezza e di errori: perdoniamoci reciprocamente le nostre balordaggini, è la prima legge di natura. Alla borsa di Amsterdam, di Londra, di Surata, o di Bassora, il guebro, il baniano, l’ebreo, il maomettano, il deista cinese, il bramino, il cristiano greco, il cristiano romano, il cristiano protestante, il cristiano quacchero, trafficano tutto il giorno assieme: e nessuno leverà il pugnale sull’altro per guadagnare un’anima alla sua religione. E perché allora noi ci siamo scannati quasi senza interruzione, a partire dal primo concilio di Nicea?”



VOLTAIRE
François-Marie Arouet
Parigi 1694 – Parigi 1778
Filosofo e scrittore francese

“François-Marie Arouet, noto con lo pseudonimo di Voltaire, ultimo di cinque figli di un ricco notaio, nasce a Parigi. Da giovane si fece undici mesi di carcere nella Bastiglia per aver fatto circolare dei componimenti irriverenti verso il Reggente. Nel 1726, offeso dal sarcasmo di Voltaire, il nobiluomo cavaliere di Rohan lo fece bastonare dai suoi servi e lo fece rinchiudere di nuovo alla Bastiglia. Uscito di galera, parte in esilio per l’Inghilterra, dove rimane per tre anni. Nel 1734 il Parlamento di Parigi gli brucia il libro Lettere sugli Inglesi. Voltaire scappa e si rifugia presso la sua amica marchesa di Emilie de Châtelet nel Castello di Cirey. Riconciliatosi con la Corte viene nominato dal re storiografo di Francia e nel 1746 è eletto membro dell’Accademia. Tra il 1749 e il 1753 fu a Berlino, ospite di Federico II di Prussia, ma a seguito di un litigio fu costretto a lasciare la città. Dopo aver soggiornato a Ginevra e Losanna, dal 1758 si stabilì nel castello di Ferney. Qui, ormai ricco e famoso, trascorse gli ultimi venti anni della sua vita. Il 10 febbraio 1778, dopo ventotto anni di assenza, torna a Parigi per la rappresentazione della sua ultima commedia Irene. Durante il viaggio viene acclamato da folle immense al grido di “Viva Voltaire”. Morirà poco tempo dopo il 30 maggio 1778.