Manlio Rossi-Doria
Note sulla situazione politica
scandalese (1955)
Manlio Rossi Doria con Michele De Benedictis |
Queste note
sull’organizzazione e lo stato attuale della politica in Italia e, soprattutto,
nelle regioni meridionali possono servire sufficientemente a spiegare perché a
Scandale non si possa parlare di una vera e propria vita politica. Non che a
Scandale non esistano, almeno teoricamente, i partiti politici o che non si
voti nelle varie elezioni. Partiti politici ed elezioni, però, sono a mala pena
dei fenomeni e fatti momentanei e transitori, contingenti, sovrapposti alla
Comunità o, almeno, alla gran parte di essa.
Ogni
considerazione che si volesse fare sugli uni e sulle altre non potrebbe che
avere un valore del tutto relativo e circoscritto a questa comunità stessa,
mentre verrebbe messa in evidenza, in tutta la sua tragicità, il distacco con
la politica vera e propria. Nel corso delle nostre permanenze a Scandale,
grazie anche agli stretti rapporti stabiliti con quella popolazione, ci si è
potuti render conto della veridicità di un simile quadro. Dalle
ripetute interviste fatte con le persone più varie è stato possibile ottenere
le seguenti notizie sulle attività dei partiti e movimenti, che non stanno
certo a testimoniare sul loro sviluppo e sulla loro efficienza. Oltre, infatti,
alla presenza solo nominale di alcuni dei partiti aventi una diffusione
nazionale è importante il riconoscimento e l’individuazione dei singoli
responsabili, anche e soprattutto attraverso un loro breve profilo biografico.
DEMOCRAZIA
CRISTIANA:
Il partito: ne è stato Segretario Comunale fino alla primavera
1955 il Sig. Salvatore Scaramuzzino di Francesco, studente universitario della
Facoltà di Chimica a Bari. È nipote di Orlando Scaramuzzino, il più forte
commerciante di tessuti del paese che, in tale sua veste, viene ad essere tra i
maggiori creditori dei contadini, nonché di Amedeo Scaramuzzino, l’esattore
comunale. Il padre, proprietario di circa una decina di ettari, ha anche uno
dei sei frantoi esistenti nel paese e, quindi, ha una sua particolare
clientela, che più volte deve averlo messo in condizione di assumere
determinate posizioni (è stato, infatti, presidente della cooperativa
“Garibaldi” all’epoca delle occupazioni delle terre incolte ed è, oggi,
presidente della Mutua dei Coltivatori Diretti).
Salvatore
Scaramuzzino, visto che da Catanzaro si voleva una politica di destra ed essendo
egli molto vicino ad alcuni gruppi della sinistra democristiana, ha ritenuto
opportuno dimettersi. A sostituirlo è stato chiamato Giuseppe Ierardi, fu
Ludovico, di 25 anni.
Questi,
figlio di un ex terraggerista, era stato assunto dall’Ente Riforma in qualità
di magazziniere anche in considerazione di una sua imperfezione fisica.
Licenziato, sperava di essere riassunto come “corrispondente sociale” anche e
soprattutto per i suoi “meriti politici”; ma non vi è riuscito. Ora attende una
qualche sistemazione; in caso contrario “saprò come comportarmi (ci ha detto)
soprattutto durante le prossime elezioni. Nessun democristiano cerchi di
avvicinarsi a Scandale. Ho anch’io i miei diritti; li ho fatti andare alla
Camera ed al Senato e, poi, si sono dimenticati proprio di me e delle promesse
fattemi”.
Con questo
programma ed in questo stato fa l’attivista: evidentemente sente di dover
accrescere il proprio “credito”. Ultimamente ha curato l’adunata degli
assegnatari democristiani (?) in preparazione dei convegni di Crotone (3
maggio) e di Foggia (12
maggio 19 55) sotto lo strettissimo controllo di un “corrispondente
sociale” dell’Opera Valorizzazione Sila.
Questo lo
stato attuale della sezione comunale della Democrazia Cristiana, che è pure
l’unico partito “funzionante” (almeno in teoria) in questa piazza. Nessun
programma di discussioni di problemi concreti ed in sincera sottomissione alla
Direzione provinciale di Catanzaro. Comunque è chiaro non trattarsi di attività
politica.
Cfr. Manlio Rossi-Doria, Note sull’organizzazione politica e le
vicende elettorali nel Comune di Scandale (1954-1955). Roma, A.N.I.M.I.
Archivio Rossi-Doria, 31 pagine dattiloscritte, vol. II, fascicolo 6.