venerdì 19 ottobre 2012

Norman Douglas - Old Calabria

George Norman Douglas  nel 1935

George Norman Douglas (Thüringen, 1868 – Capri, 1952) è stato uno scrittore inglese, diventato famoso dopo la pubblicazione, nel 1917, del romanzo, Vento del sud (South Wind).
Old Calabria (Vecchia Calabria) è una sua opera riguardante un viaggio attraverso la Calabria avvenuto tra il 1907 e il 1911. La prima edizione fu pubblicata a Londra nel 1915. Nel pezzo che segue si parla di Charles Antoine Manhès (Aurillac, 1777 – Napoli, 1854), Generale francese, noto per aver combattuto, con metodi violenti e crudeli, il brigantaggio nel regno di Napoli.

Nel 1810, Murat diede carta bianca al generale Manhès, il più grande cacciatore di briganti dei tempi moderni, affinché estirpasse quei ribaldi, facendone piazza pulita. Manhès, che si era già distinto in un compito analogo negli Abruzzi, arrivando in Calabria emanò proclami tanto inumanamente severi che gli abitanti li consideravano uno scherzo.
Dovettero ben presto ricredersi. Evidentemente, il generale riteneva che il fine giustificasse i mezzi e che la pace e il benessere di una regione non dovessero essere ulteriormente compromessi dalla malvagità di poche migliaia di ribaldi: le sue minacce furono mantenute alla lettera e, qualunque cosa si possa dire circa i suoi metodi, ottenne lo scopo che si era prefisso. Una campagna di pochi mesi fu sufficiente a spazzare tutti i briganti dalla Calabria, parenti e amici compresi.
Le strade maestre furono fiancheggiate da file di banditi decapitati, le teste dei quali ornavano le mura delle cittadine. Alcuni villaggi dovettero essere abbandonati a causa del fetore; il Crati era gonfio di cadaveri e le sue rive biancheggiavano di ossa. Dio solo sa quali crudeltà furono perpetrate: Colletta confessa di “non avere il coraggio di parlarne”. Comunque, dal suo resoconto sulla fine del capo brigante Benincasa, si apprende che questi, tradito e legato dai suoi stessi seguaci mentre dormiva nella foresta di Cassano, fu portato a Cosenza, dove il generale Manhès ordinò che gli venissero amputate entrambe le mani e che, così mutilato, venisse condotto alla sua casa a San Giovanni e impiccato: crudele sentenza, che il disgraziato ascoltò sorridendo. Gli amputarono la mano destra e gli fasciarono il moncone, non certo per pietà bensì per evitare che la morte per dissanguamento lo salvasse da quella ben peggiore che gli era riservata. Benincasa non emise un solo lamento e, terminata la prima operazione, posò spontaneamente la mano sinistra sul ceppo e subì impassibile la seconda mutilazione. Le due mani amputate furono quindi legate insieme per i pollici e appese intorno al suo collo – pietoso e orrendo spettacolo. Questo accadde a Cosenza. Lo stesso giorno iniziò la marcia a tappe verso San Giovanni in Fiore, debitamente scortato. Uno degli uomini gli offrì del cibo, ed egli accettò di essere imboccato, mangiando e bevendo con vero piacere. Giunto a casa sua, vi dormì profondamente tutta la notte; il giorno seguente, fissato per l’esecuzione, rifiutò i conforti della religione, salì alla forca con passo fermo e morì, destando la generale ammirazione per il suo brutale coraggio.

Norman Douglas, Old Calabria, Martin Secker, London 1915. Prima edizione italiana: Norman Douglas, Vecchia Calabria; traduzione di Grazia Lanzillo, Lidia Lax; introduzione di John Davenport, Milano, Aldo Martello, 1962 – Successivamente, Giunti, Firenze, 1967. Il pezzo si trova a pagina 322 dell’edizione del 2000.

Charles Antoine Manhès in un dipinto di Andrea Appiani