venerdì 1 giugno 2012

Crotone


Crotone come era alla fine del Settecento in un disegno dell’abate Saint-Non Jean Claude Richard (De). Voyage pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile. Paris, Clousier, 1781 - 1786. Traduzione italiana - Viaggio pittoresco o descrizione del Regno di Napoli e Sicilia, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1982.

“l’ultimo dei Crotoniati è il primo dei Greci”
(proverbio ellenico)

CROTONE - Кρότων

Intorno al 710 a.C., il gobbo acheo Miscello, originario di Rhypes nell’Acaia, volle fondare una colonia e scelse il luogo più salubre della terra, indicatogli dall’oracolo di Apollo a Delfi. L’origine delfica è confermata dalle monete coniate sin dal VI secolo dalla zecca della città che riproducono il trìpode, simbolo dell’Oracolo di Delfi.
Originariamente colonia messapica, secondo lo studioso J. Whatmough (Prae-Italic Dialects II 258), vantava un porto importante e una eccellente posizione presso il famoso tempio di Hera Lacinia nel “piede” d’Italia.
Città fiorente, aveva un perimetro di circa venti chilometri. E quando era nel suo massimo splendore, gli atleti di Crotone divennero i più celebri, e le donne le più belle del mondo greco. Si racconta che quando Policleto volle dipingere Elena, si recò a Crotone e scelse come modelle le cinque fanciulle più belle. Gli atleti Milone, Faillo e Astilo vinsero molte volte i giochi olimpici, Pitici e Nemei. La scuola medica vantava Alcmeone e Democede. Per lunghi anni vi risedette il filosofo Pitagora e non va dimenticata la gloria filosofica della crotoniate Teano di Brontino, secondo alcuni moglie di Pitagora.
Per la sua posizione strategica fu al centro di quasi tutte le guerre tra le colonie della Magna Grecia. Nel 560 a.C. fu sconfitta dai locresi nella battaglia del fiume Sagra. Nel 532 vi si stabilì Pitagora di Samo, che rimase in città per venti anni. Avendo coscienza della sua forza militare, nel 510, guidati dall’atleta Milone, attacca Sibari e la distrugge. Secondo Erodoto inviò perfino una nave alla battaglia di Salamina. Nel 379 a.C. venne sconfitta a Caulonia da Dionisio il Vecchio. Nel 380 a.C. circa fu occupata per dodici anni dai siracusani, che saccheggiarono anche il tempio di Hera Lacinia, impossessandosi di immensi tesori. Continuamente attaccata da lucani e bruzi, chiese aiuto ai Romani. Occupata per un breve periodo dai cartaginesi durante la seconda guerra punica, diventò successivamente colonia romana (194 a.C.). Perso il suo antico splendore, venne abbandonata e finì i suoi giorni divorata dalla malaria.
Fu sede vescovile, e, per tutto il Medioevo e l’era moderna, l’unico centro abitato con un porto notevole sulla costa ionica calabrese. Nel XIII secolo, Pietro II Ruffo vi ottenne il titolo di marchese. Nel 1799 schieratasi con la Repubblica Partenopea, subì il saccheggio delle Masse di Santa Fede del cardinale Fabrizio Ruffo; ma nel 1808, tornata fedele a Ferdinando IV di Borbone, resistette per lunghi mesi ai Francesi. Negli anni Trenta divenne città industriale e oggi è capoluogo di provincia. Della città greca resta soltanto la maestosa colonna del tempio di Hera Lacinia e i resti del santuario. Nel centro storico si può ammirare il castello detto di Carlo V, che ospita il Museo archeologico.