Crotone come era alla fine del
Settecento in un disegno dell’abate Saint-Non Jean Claude Richard (De). Voyage pittoresque
ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile. Paris, Clousier, 1781 - 1786. Traduzione italiana - Viaggio pittoresco o descrizione del Regno
di Napoli e Sicilia, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1982.
“l’ultimo dei Crotoniati è il primo dei
Greci”
(proverbio ellenico)
CROTONE - Кρότων
Intorno al 710 a .C., il gobbo acheo
Miscello, originario di Rhypes nell’Acaia, volle fondare una colonia e scelse
il luogo più salubre della terra, indicatogli dall’oracolo di Apollo a Delfi. L’origine
delfica è confermata dalle monete coniate sin dal VI secolo dalla zecca della
città che riproducono il trìpode, simbolo dell’Oracolo di Delfi.
Originariamente
colonia messapica, secondo lo studioso J. Whatmough (Prae-Italic Dialects II 258), vantava un porto importante e una
eccellente posizione presso il famoso tempio di Hera Lacinia nel “piede”
d’Italia.
Città
fiorente, aveva un perimetro di circa venti chilometri. E quando era nel suo
massimo splendore, gli atleti di Crotone divennero i più celebri, e le donne le
più belle del mondo greco. Si racconta che quando Policleto volle dipingere
Elena, si recò a Crotone e scelse come modelle le cinque fanciulle più belle.
Gli atleti Milone, Faillo e Astilo vinsero molte volte i giochi olimpici,
Pitici e Nemei. La scuola medica vantava Alcmeone e Democede. Per lunghi anni
vi risedette il filosofo Pitagora e non va dimenticata la gloria filosofica della
crotoniate Teano di Brontino, secondo alcuni moglie di Pitagora.
Per la sua
posizione strategica fu al centro di quasi tutte le guerre tra le colonie della
Magna Grecia. Nel 560 a .C.
fu sconfitta dai locresi nella battaglia del fiume Sagra. Nel 532 vi si stabilì
Pitagora di Samo, che rimase in città per venti anni. Avendo coscienza della
sua forza militare, nel 510, guidati dall’atleta Milone, attacca Sibari e la
distrugge. Secondo Erodoto inviò perfino una nave alla battaglia di Salamina.
Nel 379 a .C.
venne sconfitta a Caulonia da Dionisio il Vecchio. Nel 380 a .C. circa fu occupata
per dodici anni dai siracusani, che saccheggiarono anche il tempio di Hera
Lacinia, impossessandosi di immensi tesori. Continuamente attaccata da lucani e
bruzi, chiese aiuto ai Romani. Occupata per un breve periodo dai cartaginesi
durante la seconda guerra punica, diventò successivamente colonia romana (194 a .C.). Perso il suo
antico splendore, venne abbandonata e finì i suoi giorni divorata dalla
malaria.
Fu sede
vescovile, e, per tutto il Medioevo e l’era moderna, l’unico centro abitato con
un porto notevole sulla costa ionica calabrese. Nel XIII secolo, Pietro II
Ruffo vi ottenne il titolo di marchese. Nel 1799 schieratasi con la Repubblica Partenopea ,
subì il saccheggio delle Masse di Santa
Fede del cardinale Fabrizio Ruffo; ma nel 1808, tornata fedele a Ferdinando
IV di Borbone, resistette per lunghi mesi ai Francesi. Negli anni Trenta
divenne città industriale e oggi è capoluogo di provincia. Della città greca
resta soltanto la maestosa colonna del tempio di Hera Lacinia e i resti del
santuario. Nel centro storico si può ammirare il castello detto di Carlo V, che
ospita il Museo archeologico.