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mercoledì 1 febbraio 2017

Il treno della Sila

Il trenino della Sila in una foto di Calabria meravigliosa

venerdì 11 ottobre 2013

La Napoli-Portici: prima ferrovia italiana

L’inaugurazione della ferrovia Napoli – Portici in un quadro di Salvatore Fergola

LA PRIMA FERROVIA ITALIANA
La mattina del 3 ottobre 1839, alla presenza di Ferdinando II delle Due Sicilie, viene inaugurata la Napoli-Portici, prima linea ferroviaria italiana a doppio binario con lunghezza complessiva di chilometri 7, 250.
Tra gli applausi della folla, la locomotiva a vapore “Vesuvio”, di fattura inglese, con otto vagoni e 258 passeggeri, percorre la tratta in nove minuti e mezzo. Quattro anni dopo a costruire i convogli sarà adibito lo stabilimento metallurgico di Pietrarsa, alle porte di Napoli. Un’azienda modello che, come tante altre, verrà penalizzata dall’Unità d’Italia. Come tutti sanno dopo pochi anni ci fu l'occupazione del meridione, perché ai Savoia e ai “Poteri forti” servivano tre cose: soldi, soldati e operai. Infatti, la prima cosa che fece Garibaldi fu quella di prendersi i soldi del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli per portarli ai Savoia. Dopo Garibaldi venne istituita la leva obbligatoria e tutti dovevano andare a combattere per i Savoia. Dopo Garibaldi i meridionali cominciarono ad emigrare perché tutte le industrie del Regno di Napoli erano state smantellate per favorire quelle del Nord. I Savoia introdussero in un sol colpo ben 22 nuove tasse. Emerse il fenomeno del brigantaggio, che lo Stato represse in modo spietato accentuando la frattura con le popolazioni meridionali. Le condizioni di miseria, accompagnate da terribili malattie come la malaria, indussero, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, a una fortissima emigrazione all’estero. Morale della favola: il colpo di grazia al Meridione non lo hanno dato affatto i Borbone ma purtroppo i Savoia. È sotto gli occhi di tutti che da allora il Meridione non si è più risollevato. Ma a scuola i professori (volenti o nolenti) devono insegnare la “vulgata rinascimentale”, cioè la versione dei vincitori.


lunedì 11 giugno 2012

venerdì 13 gennaio 2012

1961 - Il disastro ferroviario della Fiumarella




50 anni fa, precisamente la mattina del 23 Dicembre 1961, un gravissimo incidente ferroviario sul viadotto della “Fiumarella” (foto sotto), nei pressi della città di Catanzaro, causò la morte di 71 passeggeri, quasi tutti studenti.






venerdì 21 gennaio 2011

Una ferrovia dimenticata: la Crotone-Petilia Policastro (1930-1972)

Ruderi della Stazione Cutro - Scandale in una foto By Ros


STAZIONI E FERMATE PRINCIPALI


Crotone, Papanice–Apriglianello, Cacchiavia, Cutro–Scandale, San Mauro Marchesato, Roccabernarda-Niffi, Mesoraca, Petilia Policastro.


Lo scopo della costruzione della ferrovia Crotone – Petilia Policastro, lunga circa 41 Km, era di collegare la città di Cosenza al porto di Crotone per favorire il commercio e soprattutto il trasporto del legname dei boschi della Sila.

Ci furono comunque molte proteste: gli abitanti dei Comuni attraversati sostenevano che il progetto aveva favorito i grandi latifondisti crotonesi, facendo passare le linee attraverso le loro coltivazioni e non vicino ai centri abitati.

Fino al secondo dopoguerra la piccola ferrovia trasportò elevate quantità di legname.

Nel 1956 fu inaugurato il tratto Camigliatello - San Giovanni in Fiore. Mancava per concludere l’opera il tratto San Giovanni in Fiore - Petilia Policastro di 38 km, ma per mancanza di capitali, il progetto, presentato nel 1952, fu abbandonato in quanto la linea non rispondeva più alle esigenze del territorio. Infatti, la velocità media di percorrenza era di 30 km/h e con il passare degli anni il trasporto su gomma prese il sopravvento.

Aperta nell’agosto del 1930 fu definitivamente chiusa i primi di agosto del 1972.



Sopra, la galleria nei pressi della stazione Papanice Apriglianello. Sotto, il viadotto sul fiume Tacina.






martedì 16 novembre 2010

La stazione di Camigliatello


La Stazione ferroviaria di Camigliatello come era prima e come è adesso