Paese mio
Scandale tra storia e leggenda
Quando
lo sguardo si posa e poi si perde sul verdeggiante panorama di Scandale, sovvengono
spontanee le parole del primo verso di una canzone dei Ricchi e Poveri:
"Paese mio che stai sulla collina disteso come un vecchio
addormentato". Non si ode più il vociare dei vichi e dei rioni, né il
canto delle serenate, né il raccontare del tempo passato dei vecchi sulle
panchine. Lo sviluppo edilizio ha emarginato l'antico centro storico e le nuove
case cresciute a dismisura piangono il silenzio dell'abbandono. Il tempo non ha
fermato l'esodo della gioventù. Sono rimasti vivi i ricordi e ne parlano i
volti anziani, le pietre degli edifici erosi dal tempo e le cantilene delle
tradizioni, quelle che, come ogni primavera, ritornando a rinverdire la memoria
dei padri, ci ricordano con Pavese che nella gente, nella terra c'è qualcosa,
che anche quando non ci sei resta ad aspettarti, che basta chiudere gli occhi e
raccogliersi per sentire che il tuo sangue, le tue ossa, il tuo respiro, tutto
è fatto da quella sostanza di ricordi, di terra, di paese.
Nota di Carvelli a pagina 7
Iginio
Carvelli, Paese mio. Scandale tra storia
e leggenda, Falco Editore, Cosenza 2022
Iginio Carvelli e Gino Scalise a Roma nel 1966 |