domenica 24 luglio 2022

Testamento spirituale di Don Renato Cosentini

 

Scandale, Villa Condoleo 1963 - L'arrivo delle personalità per l'inaugurazione della Casa della Carità

Testamento spirituale

 

Scandale - Villa Condoleo, 11 aprile 1997, ore 20

“Fidando nella grande bontà e nel perdono del signore, mi avvicino alla morte: conclusione di una vita che avrei voluto tutta spendere nell’umiltà e nella carità, per presentarmi al giudizio divino nella serenità dell’anima e nella speranza di non avere corso invano.

Ringrazio la Provvidenza del Padre per avermi fatto nascere in una famiglia cristiana che ha assecondato la mia vocazione sacerdotale: il dono più bello della mia vita!

E fedele alla mia vocazione, invoco l’aiuto di Maria, Madre mia dolcissima, ad accompagnarmi fino a l’ultimo respiro della vita e del grande giudizio finale.

Riconosco di essere stato oggetto di tanti favori celesti, non sempre corrisposti per le mie tante infedeltà alla grazia, all’amore del Padre.

Se non mi sono fatto santo è perché me ne è mancata la volontà. Riconosco ancora di aver fatto soffrire tante persone, e soprattutto quelle affidate alle mie cure pastorali dalla Santa Madre Chiesa, alla quale chiedo compassione, perdono e suffragi per la mia anima.

A quanti ho reso difficile la vita chiedo il perdono fraterno dell’amore. Io non ho nulla da perdonare. Al mio vescovo, ai confratelli chiedo un momento nella liturgia eucaristica, come segno di comunione che va al di là della morte.

Sono vissuto per la Casa della Carità, che ho amato fino allo spasimo.

A quanti si operano dando coraggio grazie, coltivate il seme gettato, vi seguirò dal cielo se mi sarà dato di goderlo per l’eternità.

Saranno le signorine della Casa a continuare nel tempo la sua sopravvivenza e a decidere il suo futuro qualora non ci fossero anime consacrate generose per continuare nel tempo la missione, sempre avendo presente le priorità che nel 1949 ci portarono a firmare l’avventura della Carità per quanti – piccoli e grandi – avessero bussato alla nostra porta.

Ai miei familiari chiedo di essere loro vicini con l’aiuto fraterno e disinteressato che li ha sempre contraddistinti. Alla diocesi chiedo di seguire lo sviluppo, con particolare benevolenza senza mai dimenticare le priorità che ci spinsero a crearla.

Ed ora mi affido a te, dolce Gesù, perché l’incontro finale mi appiani le difficoltà dell’ultimo viaggio, per sentirmi ancora ripetere per sempre le parole del perdono che salva – Amen.

 

 P.S. Non ho beni da lasciare. Qualche cimelio personale se richiesto dai miei nipoti figli dei miei fratelli sia dato loro come ricordo del loro povero zio”

 

Don Renato Cosentini

 

Cfr. Filomena Simbari, Nel segno della Provvidenza. Una biografia di don Renato Cosentini, Pubblisfera Edizioni, San Giovanni in Fiore (CS), 2021, p. 25. Questa è la mia trascrizione della foto del testamento riportata sul libro.

 


Renato Maria Cosentini
23 gennaio 1924 – 24 luglio 2006
Ordinato Presbitero il 27 luglio 1946 - Parroco di Scandale fino al 24 luglio 2006