Scandale in una vecchia foto dell'Archivio Aprigliano |
Una sera di luna piena
Quando io ero bambino, al paese nessuno aveva in casa
impianti di riscaldamento o condizionatori. Nessuno se ne lamentava, perché
nessuno ne avvertiva l’esigenza, o, più probabilmente, perché nessuno sapeva
che esistevano e, se anche qualcuno lo sapeva, li riteneva roba da ricchi e
lussi da pregustare solo nei film.
Al caldo dell’estate non si pensava proprio di porre rimedio.
Il caldo era considerato un fatto ineluttabile, al quale era inutile opporsi.
Al più ci si spogliava, riducendo al minimo l’abbigliamento, e, quando proprio
non se ne poteva più, si faceva un’escursione in Sila, “a cambiamento d’aria”,
come si diceva allora.
Ma una piccola Sila l’avevamo pure in loco: una Sila modesta
e casereccia, tutto sommato, a ridosso delle prime case del paese, prima
dell’espansione urbanistica degli anni successivi. Era il Timpone, questa oasi
di fresco, “U Timpuni, come lo chiamavano al paese.
Passo di un articolo pubblicato da Ezio Scaramuzzino
martedì 6 agosto 2019