venerdì 17 giugno 2011

CALABRIA






Tramonto sulla costa calabrese in una foto di Domenico Musacchio





CALABRIA




Il territorio calabrese un tempo si chiamava “Italia” e tale nome si diffuse a nord e a sud della penisola, fino a che nel I° secolo d.C. l’imperatore Ottaviano Augusto lo estese per decreto a tutto il nord Italia fino alle Alpi , oltre che alla Sicilia, alla Sardegna e alla Corsica. Il nome “Italia” è nato proprio in Calabria, tra il Golfo di Squillace e il Golfo di Lamezia. Fu opera dell’eroe eponimo Italo, leggendario re della popolazione degli Enotri. All’inizio i Greci la chiamavano Esperia, cioè “Terra situata a occidente”.



Al tempo degli antichi romani si chiamava Calabria l’attuale Salento, in Puglia. Dopo la colonizzazione greca (sec. VIII), fu sede di una fiorente civiltà. Infatti, il territorio calabrese faceva parte della Megàle Hellàs (Magna Grecia) cioè di quell’insieme di territori dell’Italia meridionale (esclusa la Sicilia) in cui vi furono insediamenti coloniali greci. Passata ai romani dopo la 2ª guerra punica (III° secolo a.C.), fu inclusa dall’imperatore Augusto nella Regione III (Lucania et Brutium).



Occupata dai Goti, fu successivamente conquistata dai bizantini (553) che, nonostante le incursioni longobarde e saracene, la tennero fino al secolo XI. Furono proprio i bizantini, nel IX secolo, a chiamare “Calabria” la nostra regione.



I Normanni vi stabilirono il sistema feudale (1059-1198). Subì la dominazione sveva (Federico II), angioina, aragonese per poi passare agli spagnoli (sec. XVI-XVII) che la divisero in due circoscrizioni: Calabria Citra e Calabria Ultra.



Fedele ai Borbone, nel 1799 inviò truppe contro la Repubblica Partenopea. Il ceto borghese acquisì importanza sotto la dominazione francese (1806-1814). Nel 1815 si oppose alla restaurazione dei Borbone, e prese parte ai moti risorgimentali. Annessa all’Italia nel 1860, vi si sviluppò il fenomeno del brigantaggio fino al 1866.