mercoledì 19 gennaio 2011

“Scandale, piccolo borgo rurale situato alle pendici della Sila”



“Scandale, piccolo borgo rurale situato alle pendici della Sila”. Così recita un passo del libro del prof. Simone Misiani, Manlio Rossi-Doria. Un riformatore del Novecento, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, Catanzaro, 2010, 722 pagine.


Il prof. Misiani è Docente di Storia della Cultura nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Teramo, collabora con l’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (A.N.I.M.I.) e con l’Associazione per studi e ricerche Manlio Rossi-Doria.

È lui che ha sistemato e catalogato l’Archivio Rossi-Doria e quindi anche i sei faldoni contenenti i documenti della ricerca condotta a Scandale.

Questo libro è una biografia politica, umana e intellettuale di Manlio Rossi-Doria: al centro dell’interpretazione del Novecento italiano, si rimette il tema del meridionalismo, che negli ultimi decenni è stato quasi completamente rimosso.

In questo interessante e corposo lavoro del prof. Misiani, frutto di una lunga ricerca, non poteva mancare un piccolo accenno allo studio fatto da Rossi-Doria e dai suoi collaboratori a Scandale tra il 1954 e il 1956. Tra le altre cose, a pagina 508 si legge:


“Il comune di Scandale, in provincia di Catanzaro, situato alle pendici della montagna silana, nell’area dove aveva operato l’Ente Sila, bene poteva rappresentare l’area del latifondo: tale ricerca fu coordinata direttamente da Rossi-Doria, con la collaborazione del suo assistente Gilberto Marselli e dell’igienista Rocco Mazzarone. A Scandale erano ben visibili i risultati contraddittori e insoddisfacenti della riforma agraria. Se la definizione del progetto di ricerca e anche la struttura e l’organigramma dei singoli gruppi di studio erano già decisi nel 1953, la ricerca fu portata a compimento soltanto tra il 1954 e il 1956, in modo non unitario e i risultati furono pubblicati soltanto in modo parziale, e in tempi e sedi diversi. In particolare i risultati della ricerca su Scandale trovarono parziale edizione, in un clima segnato da un rapido, e per molti versi irreversibile, processo di declino del mondo contadino, che privava la ricerca di attualità politica. Rossi-Doria confidò a Banfield che, in larga parte, non avrebbe impiegato i dati raccolti a Scandale per la stesura della relazione per l’Unesco. Ciò perché il significato assegnato dall’economista agrario alla ricerca su Scandale non era teorico quanto funzionale ai risvolti del suo impiego per la soluzione dei problemi economici e sociali. La relazione portava alla luce una disaffezione ad avallare gli elementi epistemologici della concezione “colturologica” di cui l’antropologia americana era debitrice”.


Simone Misiani, Manlio Rossi-Doria. Un riformatore del Novecento, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, Catanzaro, 2010.