mercoledì 11 dicembre 2024

Seneca

 

Lucio Anneo Seneca

“Un tempo, quando le colpe erano meno gravi e vi si poteva porre facilmente rimedio, era più semplice: ma di fronte a un tale sfacelo morale, bisogna tentare di tutto. E volesse il cielo che questa peste fosse infine debellata! La nostra follia interessa la vita privata e anche quella pubblica. Reprimiamo gli omicidi, gli assassini di singoli individui: ma che dire delle guerre e dello sterminio di intere popolazioni, delitti di cui ci si vanta? L’avarizia, la crudeltà non conoscono misura. E finché rimangono nascoste, opere di singole persone, sono meno nocive e meno abominevoli. Ma le atrocità vengono sancite dai decreti del senato e del popolo e si comanda in nome dello stato quello che è proibito in privato. Quei delitti che, compiuti di nascosto, verrebbero puniti con la pena di morte, noi li approviamo perché li hanno commessi degli alti ufficiali? Gli uomini, che pure sono una razza mitissima, non si vergognano di godere delle reciproche stragi, di fare guerre e di lasciare in eredità ai figli perché le portino avanti, mentre anche le bestie e le fiere non combattono tra loro. Contro un furore così potente e diffuso la filosofia è diventata più attiva e più forte in proporzione alla forza dei mali che doveva combattere”

 

Lucio Anneo Seneca

Lucius Annaeus Seneca

Cordoba 4 a.C. – Roma 65 d.C.

Filosofo e scrittore latino

 

“Seneca, Epistole morali a Lucilio, XV, 95, 29-32