Il Gruppo di Portici
il
Meridione alle origini della sociologia italiana
di Charlie Barnao
Il
Meridione
E fu proprio “l’allargamento dell’orizzonte analitico”
connesso alla “esigenza di uscire dai ristretti ambiti disciplinari” che portò
il Gruppo a interessarsi in modo particolare alle ricerche sociologiche,
portatrici di contributi significativi per lo studio e l’analisi delle
problematiche legate al Mezzogiorno. Alla sociologia veniva chiesto supporto
per comprendere i processi di “esodo agricolo”, “le grandi migrazioni, i nuovi
rapporti tra agricoltura e industria, il mutato carattere del rapporto tra
città e campagna” [Pugliese 1991, 329-330].
In particolare la ricerca su Scandale – Comune in
provincia di Crotone in cui, tra il 1954 e il 1956, Rossi-Doria condusse
un’inchiesta sulla Riforma agraria – fu una delle prime importanti occasioni
che portarono il gruppo a confrontarsi con i metodi della ricerca sociologica
che, a quel tempo, muoveva i primi passi in Italia [cfr. Lengyel Rossi-Doria
1991].
Studiare in questo modo il Sud significava tanto
esprimere motivazioni politiche quanto sviluppare nuove tecniche e metodologie
d’indagine. In una lettera del 1952, Rossi-Doria scriveva: “Il mio piano di
lavoro e di vita può avere senso soltanto se riesce ad essere al servizio di
quelle mete alte. Ma se fossero troppo alte? Se non riuscissi a dar ordine,
continuità, nerbo, coraggio a quell’azione? Finire autore di due buoni libri,
professore riverito, domani senatore autorevole, mentre i contadini continuassero
laggiù ad esser bestie da soma e questa plebe cittadina in mezzo alla quale
vivo qui a Napoli continuasse a vivere senza civiltà e senza speranza,
significherebbe aver fatto fallimento, aver mancato al compito” [cit. in
Lengyel Rossi-Doria 1991, 307]. L’impegno politico trovava così la massima
estrinsecazione in un corrispondente impegno meridionalista [cfr. Marselli
1990; Pugliese 1991; Costabile 2008].
L’articolo è stato
pubblicato sul numero 39 della rivista “Lo squaderno” nel marzo 2016. Charlie
Barnao è di Palermo, tuttora Professore Ordinario di Sociologia
e Sociologia della sopravvivenza presso l'Università “Magna Græcia” di
Catanzaro.