Don Renato a Roma con Giovanni Paolo II e la Banda Musicale di Scandale |
Gino
Scalise che ha varcato l'85° anno di età è stato, è un testimone esemplare di
vita cristiana. La malattia lo tiene inchiodato in casa da dove continua la sua
opera di apostolato incontrando persone, specie giovani, che riconoscono in lui
un autentico maestro di vita. Ha conosciuto don Renato fin dalla sua giovinezza
e gli è stato attivamente vicino con responsabilità nel campo dell'azione
cattolica. Poeta e scrittore di particolare sensibilità va a lui il merito di
avere scritto un'interessante storia di Scandale. Gli abbiamo chiesto di
parlarci di don Renato e lui ci ha fatto pervenire un suo personale ricordo che
integralmente riportiamo di seguito.
IL RICORDO DI GINO SCALISE
Nel prete
che arriva come Parroco della comunità di Scandale, rivedevo il piccolo
seminarista sammaurese, in nera talare e con la fascia attorno alla vita (come
allora si usava nei seminari minori), che a cavallo di un giumentello sardo,
veniva a Scandale durante le ferie scolastiche dell’estate, per prendere lezioni
integrative dall’allora Parroco Don Micuzzo Maddalone. Uscendo dal portone
dell’abitazione di mio nonno, di fronte alla casa del Parroco, i nostri sguardi
si incrociavano e ci scambiavamo, con la mano, un timido gesto di saluto. Era
come un’intesa tacita; che sguardi!
Diventato
prete, quel seminarista, arrivò come Parroco a Scandale, io là capii...e organizzai
l’ingresso del nuovo Parroco, mediante tanti cartelli di benvenuto, inalberati
da altrettanti giovani e ragazzi. Il nuovo Parroco si rivelò un eccellente
pastore d’anime. Come prima cosa, cercò di alleviare le difficoltà e sofferenze
della gente del paese provata dalla guerra; tuonava dall’altare contro l’usura
profitti era; per il resto, fu un fiorire di iniziative, associazionismo,
organizzazioni. Faceva lunghe veglie di preghiera, con i giovani nella Chiesa
Madre. Annunciava dall’altare la costruzione di una Casa della Carità per le
bambine abbandonate del Crotonese: sembrava un’utopia! Cominciò l’opera
poveramente, la continuò nella chiesa dell’Addolorata; poi, per le accresciute
richieste di ricovero, si diede da fare per realizzare la grande Casa. Ma
quante umiliazioni, sacrifici e difficoltà essa costò! Confortato era, comunque,
dalla condivisione delle coraggiose e generose ragazze che lo avevano seguito
nella difficile sua avventura di Carità, guidate dalla superiora Fiorina
Ierardi. Questa era la sua vocazione specifica. Attorno alla grande Casa della
Carità di Condoleo altre opere di alto valore sociale sorsero con il tempo e
tutte testimoniano il ricordo vivo e imperituro di Don Renato Cosentini; non
solo, quindi, il mio ricordo, ma di tutta la gente di Scandale e dell’intero
crotonese.
Gino
Scalise
Cfr.,“IL CAMMINO”, Periodico
Trimestrale della Fondazione Casa della Carità Maria SS. Addolorata
Onlus-Scandale, Anno XXXX, n° 6, nuova serie Luglio 2011.