Al centro, Don Renato Cosentini |
“26 luglio 1986 .
Una giornata di luce, di calore. La comunità è in festa. Sono arrivati in paese
tanti preti, anche il vescovo di Catanzaro Mons. Cantisani.
È la festa
della Madonna della Difesa, ma non è questo il motivo della presenza di tanti
preti, alcuni venuti da lontano. La festa patronale è una coincidenza.
Ricorrono i
quarant’anni di sacerdozio di don Renato e di molti suoi compagni di seminario.
Vogliono ricordare insieme, proprio qui a Scandale, quel lontano giorno del
1946 che li vide consacrati alla vita sacerdotale e inviati in mezzo alle
macerie e alle miserie lasciate dalla guerra appena finita. Una missione molto
delicata fu assegnata a don Renato. [...]
[Era andato via improvvisamente da
Scandale, per delle dicerie, il parroco don Pasquale Pantisano; quindi,
continua Carvelli]
A
bonificarlo venne chiamato appunto don Renato col profumo fresco degli oli
della consacrazione, con la carica spirituale irrompente, con l’entusiasmo dei
suoi ventitre anni. Piccolo Davide, armato dalla fionda di una carità profonda,
sfidò il gigante Golia rappresentato da un popolo, ostaggio del pregiudizio, di
un veleno che accattivisce e chiude le porte al dialogo, finanche a Dio. Mi
ricordo fanciullo quando entrai chiassoso in chiesa per l’arrivo di Don Renato,
novello sacerdote. [...]
Ricordo il
mio primo incontro col giovane sacerdote, l’inizio di un cammino insieme, un
cammino che dura da 40 anni, un cammino a volte tormentato e sofferto.
Arrivarono infatti le tappe del travaglio dell’idea, della tempesta del dubbio,
del conflitto interiore. Sopraggiunse la paura mentre le mani erano ferme
all’aratro e lo sguardo lanciato all’infinito. Il tormento del tradimento
quando il cuore smise di cantare “ecce altare domini”! Nonostante tutto, la
costanza di seguirlo con tutta la povertà e la miseria che possa avere un
essere umano.
È difficile
fare sintesi di 40 anni di vita sacerdotale di Don Renato, di 40 anni di
apostolato nella piccola ma complessa comunità Scandalese. Nel lontano ’47,
quando ancora si udiva il rombo di una guerra assurda e le ferite sociali erano
tremendamente sanguinanti, qui a Scandale, venne giurata da Don Renato
l’opzione per i poveri, sulla scia di un grande apostolato Calabrese, Don
Mottola!
Oggi la Villa Condoleo , le volontarie
che accettarono di abbracciare il Cristo difficile, sono la sintesi vera di 40
anni di vita sacerdotale di Don Renato. A Villa Condoleo non si vedono le
lacrime della lotta, dell’incomprensione, della solitudine, perché la terra
l’ha assorbite per fare germogliare l’amore, la speranza, la fede.
Da dove
cominciare? È la prima fondamentale domanda che il giovane presbitero si pose guardando
il campo da dissodare. Erano alte le sterpaglie, estese le gramigne, fitta la
boscaglia, arsa la radura, pungenti i rovi lungo i sentieri”.
Cfr., Iginio Carvelli, Rughe di pietra, Rubbettino, Soveria Mannelli,
Catanzaro, 1995, pp. 31- 34.