mercoledì 31 gennaio 2018

Massime e aforismi - Claude Lévi-Strauss

Claude Lévi-Strauss

“All’inizio del mondo l’uomo non c’era; non ci sarà neanche alla fine”


Claude Lévi-Strauss
Bruxelles 1908 – Parigi 2009
Antropologo francese


Come eravamo

Sindacalisti e operai forestali in una foto degli anni Settanta

Inaugurato a Cosenza il nuovo ponte

Cosenza - Ponte San Francesco di Paola progettato da Santiago Calatrava


domenica 28 gennaio 2018

Il barone Drammis all'Esposizione Agraria del 1861 a Firenze


Il barone Drammis è citato al numero 875

Paesi di Calabria - Le Castella

Le Castella – Isola Capo Rizzuto – Crotone – Calabria

Quando c'era la cuoca a Villa Condoleo

Matilde Tigano - Cuoca  di Villa Condoleo a Scandale

Massime e aforismi - Marchese de Sade

Marchese de Sade

“Ciò che ha causato la mia sfortuna non è affatto il mio modo di pensare, bensì quello degli altri”


“La vita umana è a tal punto insignificante che possiamo disprezzarla a nostro piacimento, quasi fosse quella di un gatto o di un cane. È compito del più debole difendersi”


Marchese de Sade
Donatien-Alphonse-François de Sade
Parigi 1740 – Charenton 1814
Scrittore francese
La vita avventurosa e spesso scandalosa, gli valse la condanna a morte. La fuga e i lunghi anni di prigione, si conclusero con la reclusione nel manicomio di Charenton.
Opere: Dialogo fra un prete e un moribondo (1782); Le 120 giornate di Sodoma (1782-85); Justine o i guai della virtù (1791); Aline e Valcour (1795); La filosofia nel boudoir (1795); I crimini dell’amore (1800).


sabato 27 gennaio 2018

Il Coro della Desolata

Coro della Madonna della Desolata di Canosa di Puglia (foto di Davide Pischettola)


Lo Stromboli visto dalla Calabria

Bocca dello Stromboli visto dalla Costa degli Dei in Calabria

Scandalese a Milano

Cattaneo di Milano - Dirigente scolastica Maria Rizzuto in una foto del 2017

Scandalesi a Capri

Famiglia Carnevale a Capri in una foto del 2012

L’anticalabrese Giuseppe Maria Galanti

Giuseppe Maria Galanti

Dal Giornale di viaggio in Calabria (1792)

A Castrovillari le arti rurali “sono nella loro rozzezza”. A Cirò “le osterie sono generalmente cattive e sprovvedute di tutto”. Crotone “presenta un aspetto squallido (…) È piena di immondizie”, “Non si conosce sorta alcuna di scienza agraria”. Il duca di Santa Severina esige un ius detto cunnatici”. A Mammola “le donne per 7 o 8 mesi portano la camicia sporca senza mai lavarla”. A Isca nella settimana santa si usa la flagellazione e “i galantuomini e i preti (…) usano ubriacarsi prima per essere insensibili alle sferzate”. A Soriano “i costumi sono rozzi e barbari come nel resto della Calabria”. La rogna “in molti luoghi della Calabria è dominante” (a Pizzo, Monteleone, Tropea). Reggio nonostante la ricchezza di agrumi “è un paese tapino”, mostra l’aspetto “di un gran villaggio, ma miserabile e rozzo, e lo è nel fatto”. “Una prova più manifesta della ferocia dell’animo de’ Calabresi meridionali è di essere indifferenti alla miseria”. “La rogna è generale nella provincia (…), si crede in Monteleone che curandosi si corra il rischio di morire”. A Catanzaro c’è cultura “ma i preti sono ignorantissimi” e a pagamento fanno passare i penitenti “per tre gradi di perfezione”. Nella “diocesi di Rossano si paga all’arcivescovo la decima degli animali pecorini e caprini e quella de’ latticini” ecc.


Giuseppe Maria Galanti
Santa Croce del Sannio 1743 – Napoli 1806
Economista, storico, politico e letterato


mercoledì 24 gennaio 2018

Blaise Pascal – L’infelicità degli uomini

Blaise Pascal 
“Quando talvolta mi sono messo a considerare le diverse agitazioni degli uomini e i pericoli e le pene a cui si espongono, nella corte, nella guerra, e che sono causa di tante liti, di tante passioni, di tante ardite imprese e di tante azioni spesso cattive, ecc., ho scoperto che tutta l’infelicità degli uomini proviene da una sola cosa: cioè, dal non saper restare tranquilli in una camera. Un uomo che ha abbastanza per vivere, se sapesse restare in casa con piacere, non ne uscirebbe per navigare o per l’assedio di una fortezza. Non si compra così cara una carica dell’esercito se non perché si trova insopportabile non muoversi dalla città; e non si cercano le conversazioni e i divertimenti, se non perché non si può restare in casa propria con piacere”


Blaise Pascal
Clermont Ferrand 1623 – Parigi 1662
Filosofo e scienziato francese


C'era una volta in Sila

Mandriani silani inizi del Novecento in una foto dell'Archivio Storico di Crotone

Angoli di Scandale

Scandale in alcune foto di Carmine De Biase




domenica 21 gennaio 2018

Come eravamo

Scandalesi nei pressi del vecchio Macello in una foto dell'Archivio Aprigliano

Paesi di Calabria - Badolato

Panorama di Badolato (CZ)

Quando eravamo Tecnici delle luci

Fedele Noce in una foto del 2009

Franco Carvelli in una foto del 2010

Massime e aforismi - Bernard de Mandeville

Bernard de Mandeville

“Non ho mai sostenuto né creduto che non si possa essere virtuosi in un regno ricco e potente nello stesso modo che nel più povero di tutti gli stati. Io credo che sia impossibile che una società si arricchisca e si conservi per un periodo considerevole in tale situazione fiorente, senza i vizi degli uomini”


Bernard de Mandeville
Dordrecht (Rotterdam) – 1670 – Hackney (Regno Unito) 1733
Medico e pensatore britannico di origine francese
Di famiglia francese, nacque in Olanda nel 1670; Trasferitosi a Londra dopo una laurea in medicina, si segnalò per il suo saggio polemico La favola delle api (1714). L’edizione definitiva fu pubblicata nel 1732. Questo saggio, pubblicato all’inizio anonimo, narra di come una società di api immorali e viziose fosse però molto florida, e di come la stessa società fosse completamente caduta in rovina, dopo che le api divennero morali e virtuose. Di seguito alcuni passi.

“Un numeroso sciame di api abitava un alveare spazioso. Là, in una felice abbondanza, esse vivevano tranquille […]. Mai api vissero sotto un governo più saggio; tuttavia mai ve ne furono di più incostanti e di meno sodisfatte”

“Milioni di api erano occupate a soddisfare la vanità e le ambizioni di altre api, che erano impiegate unicamente a consumare i prodotti del lavoro delle prime. Malgrado una così grande quantità di operaie, i desideri di queste api non erano soddisfatti. Tante operaie e tanto lavoro potevano a malapena mantenere il lusso della metà della popolazione”

“Alcuni, con grandi capitali e pochi affanni, facevano dei guadagni molto considerevoli. Altri, condannati a maneggiare la falce e la vanga, non potevano guadagnarsi la vita se non col sudore della fronte e consumando le loro forze nei mestieri più penosi. Si vedevano poi altri applicarsi a dei lavori del tutto misteriosi, che non richiedevano né apprendistato, né sostanze, né travagli. Tali erano i cavalieri di industria, i parassiti, i mezzani, i giocatori, i ladri, i falsari, i maghi, i preti, e in generale tutti coloro che, odiando la luce, sfruttavano con pratiche losche a loro vantaggio il lavoro dei loro vicini, che non essendo essi stessi capaci di ingannare, erano meno diffidenti. Costoro erano chiamati furfanti; ma coloro i cui traffici erano più rispettati, anche se in sostanza poco differenti dai primi, ricevevano un nome più onorevole”


sabato 20 gennaio 2018

Paesi di Calabria - Scandale

Panorama di Scandale
Palazzo Drammis in Piazza San Francesco a Scandale
Panorama della campagna intorno a Scandale

Calabria - Camigliatello

Camigliatello in una foto della Pro Loco 

Massime e aforismi - Sigmund Freud

Sigmund Freud

“I mestieri più difficili in assoluto sono nell’ordine il genitore, l’insegnante e lo psicologo”


“Con la cattiveria, l'uomo si vendica contro la società per i limiti che essa gli impone. Questo desiderio di vendetta anima tutti”


“La morte fa coppia con l'amore. Insieme governano il mondo”



Sigmund Freud
Freiberg 1856 – Londra 1939
Neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi


Come eravamo

Foto trovata su internet

mercoledì 17 gennaio 2018

Cara amica ti scrivo

Giacomo Leopardi 

Lettera di Giacomo Leopardi a Fanny Targioni Tozzetti (Dicembre 1831)


Cara Fanny. Non vi ho scritto fin qui per non darvi noia, sapendo quanto siete occupata. Ma in fine non vorrei che il silenzio vi paresse dimenticanza, benché forse sappiate che il dimenticar voi non è facile. Mi pare che mi diceste un giorno, che spesso ai vostri amici migliori non rispondevate, agli altri sì, perché di quelli eravate sicura che non si offenderebbero, come gli altri del vostro silenzio. Fatemi tanto onore di trattarmi come uno de' vostri migliori amici; e se siete molto occupata, e se lo scrivere vi affatica, non mi rispondete. Io desidero grandemente le vostre nuove, ma sarò contento di averne da Ranieri o dal Gozzani, ai quali ne domando.
Delle nuove da me non credo che vi aspettiate. Sapete ch'io abbomino la politica, perché credo, anzi vedo che gl'individui sono infelici sotto ogni forma di governo; colpa della natura che ha fatti gli uomini all'infelicità; e rido della felicità delle masse, perché il mio piccolo cervello non concepisce una massa felice, composta d'individui non felici. Molto meno potrei parlarvi di notizie letterarie, perché vi confesso che sto in gran sospetto di perdere la cognizione delle lettere dell'abbiccì, mediante il disuso del leggere e dello scrivere. I miei amici si scandalizzano; ed essi hanno ragione di cercar gloria e di beneficare gli uomini; ma io che non presumo di beneficare, e che non aspiro alla gloria, non ho torto di passare la mia giornata disteso su un sofà, senza battere una palpebra. E trovo molto ragionevole l'usanza dei Turchi e degli altri Orientali, che si contentano di sedere sulle loro gambe tutto il giorno, e guardare stupidamente in viso questa ridicola esistenza.
Ma io ho ben torto di scrivere queste cose a voi, che siete bella, e privilegiata dalla natura a risplendere nella vita, e trionfare del destino umano. So che ancor voi siete inclinata alla malinconia, come sono state sempre e come saranno in eterno tutte le anime gentili e d'ingegno. Ma con tutta sincerità, e non ostante la mia filosofia nera e disperata, io credo che a voi la malinconia non convenga, cioè che quantunque naturale, non sia del tutto ragionevole. – Almeno così vorrei che fosse.
Ho incontrata più volte la Contessa Mosti, la quale anche mi ha dato le vostre nuove. Addio, cara Fanny: salutatemi le bambine. Se vi degnate di comandarmi, sapete che a me, come agli altri che vi conoscono, è una gioia e una gloria il servirvi.


Il vostro Leopardi


Paesi di Calabria - Cariati

Panorama di Cariati in una foto di  Eugenio Fortino

Come eravamo

Ninuzzo in una foto del 2011

Massime e aforismi - Christopher Hedges

Christopher Lynn Hedges - Foto Wikipedia

“Oggi viviamo in un mondo in cui i dottori distruggono la salute, gli avvocati distruggono la giustizia, le scuole distruggono la conoscenza, i governi distruggono la libertà, la stampa distrugge l’informazione, la religione distrugge la morale, e le banche distruggono l’economia”


Christopher Lynn Hedges
St. Johnsbury (Vermont) 18 settembre 1956 –
Giornalista, scrittore ed ex corrispondente di guerra statunitense


domenica 14 gennaio 2018

Angelo Sgarriglia - Pittore

Scandale - Scorcio del rione Bellavista in un quadro del pittore Angelo Sgarriglia
Le Castella (Isola Capo Rizzuto) in un quadro del pittore Angelo Sgarriglia

Capo Colonna alla fine del Settecento

Capo Colonna come era alla fine del Settecento in un disegno dell’abate Jean Claude Richard de Saint-Non. Voyage pittoresque ou description des royaumes de Naples et de Sicile, Paris, de l’imprimerie de Clousier 1781 - 1786. Traduzione italiana - Viaggio pittoresco o descrizione del Regno di Napoli e Sicilia, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1982.


Massime e aforismi - Epicuro

Epicuro

“È vano il discorso di quel filosofo che non curi qualche male dell’animo umano”


Epicuro
Samo 342 a.C. – Atene 270 a.C.
Filosofo greco


sabato 13 gennaio 2018