GIOACCHINO MURAT
La Bastide –
Fortunière 1767 – Pizzo Calabro 1815
Re di Napoli
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Gioacchino Murat |
Da giovane intraprese la carriera
ecclesiastica che abbandonò per arruolarsi nell’esercito. Nella repressione
della rivolta realista del 1795, fu agli ordini di Napoleone, di cui sposò la
sorella Carolina (1800). Si distinse nelle campagne d’Italia e d’Egitto. Fu
comandante della guardia consolare e successivamente governatore di Parigi
(1804). Maresciallo dell’impero, granduca di Berg e quindi re di Napoli (1808).
Nel 1810 tentò, senza riuscirci, di conquistare la Sicilia: successivamente
si dedicò a un’intensa attività riformatrice riducendo il brigantaggio,
abolendo il feudalesimo, riorganizzando l’esercito, risanando le finanze,
introducendo i codici napoleonici e creando un sistema scolastico statale. Nel
1812 partecipò alla campagna di Russia, ma per i continui dissapori con
Napoleone rientrò a Napoli.
Temendo che dal congresso di Vienna,
non gli venisse riconfermato il titolo regio, nel marzo 1815 dichiarò guerra
all’Austria, lanciando da Rimini un famoso proclama in cui (lui francese)
esortava gli italiani a lottare per l’indipendenza dagli stranieri. Sconfitto a
Tolentino si rifugiò in Corsica, dove tentò di organizzare un estremo tentativo
di riconquista del trono napoletano. Ma, sbarcato a Pizzo Calabro, fu catturato
e fucilato dai soldati borbonici.