George Norman Douglas nel 1935 |
George Norman Douglas (Thüringen, 1868
– Capri, 1952) è stato uno scrittore inglese, diventato famoso dopo la
pubblicazione, nel 1917, del romanzo, Vento
del sud (South Wind).
Old
Calabria (Vecchia Calabria) è una sua opera riguardante un
viaggio attraverso la
Calabria avvenuto tra il 1907 e il 1911. La prima edizione fu
pubblicata a Londra nel 1915. Nel pezzo che segue si parla di Charles Antoine
Manhès (Aurillac, 1777 – Napoli, 1854), Generale francese, noto per aver
combattuto, con metodi violenti e crudeli, il brigantaggio nel regno di Napoli.
Nel 1810,
Murat diede carta bianca al generale Manhès, il più grande cacciatore di
briganti dei tempi moderni, affinché estirpasse quei ribaldi, facendone piazza
pulita. Manhès, che si era già distinto in un compito analogo negli Abruzzi, arrivando
in Calabria emanò proclami tanto inumanamente severi che gli abitanti li
consideravano uno scherzo.
Dovettero
ben presto ricredersi. Evidentemente, il generale riteneva che il fine
giustificasse i mezzi e che la pace e il benessere di una regione non dovessero
essere ulteriormente compromessi dalla malvagità di poche migliaia di ribaldi:
le sue minacce furono mantenute alla lettera e, qualunque cosa si possa dire
circa i suoi metodi, ottenne lo scopo che si era prefisso. Una campagna di
pochi mesi fu sufficiente a spazzare tutti i briganti dalla Calabria, parenti e
amici compresi.
Le strade
maestre furono fiancheggiate da file di banditi decapitati, le teste dei quali
ornavano le mura delle cittadine. Alcuni villaggi dovettero essere abbandonati
a causa del fetore; il Crati era gonfio di cadaveri e le sue rive
biancheggiavano di ossa. Dio solo sa quali crudeltà furono perpetrate: Colletta
confessa di “non avere il coraggio di parlarne”. Comunque, dal suo resoconto
sulla fine del capo brigante Benincasa, si apprende che questi, tradito e
legato dai suoi stessi seguaci mentre dormiva nella foresta di Cassano, fu
portato a Cosenza, dove il generale Manhès ordinò che gli venissero amputate
entrambe le mani e che, così mutilato, venisse condotto alla sua casa a San
Giovanni e impiccato: crudele sentenza, che il disgraziato ascoltò sorridendo.
Gli amputarono la mano destra e gli fasciarono il moncone, non certo per pietà
bensì per evitare che la morte per dissanguamento lo salvasse da quella ben
peggiore che gli era riservata. Benincasa non emise un solo lamento e,
terminata la prima operazione, posò spontaneamente la mano sinistra sul ceppo e
subì impassibile la seconda mutilazione. Le due mani amputate furono quindi
legate insieme per i pollici e appese intorno al suo collo – pietoso e orrendo
spettacolo. Questo accadde a Cosenza. Lo stesso giorno iniziò la marcia a tappe
verso San Giovanni in Fiore, debitamente scortato. Uno degli uomini gli offrì
del cibo, ed egli accettò di essere imboccato, mangiando e bevendo con vero
piacere. Giunto a casa sua, vi dormì profondamente tutta la notte; il giorno
seguente, fissato per l’esecuzione, rifiutò i conforti della religione, salì
alla forca con passo fermo e morì, destando la generale ammirazione per il suo
brutale coraggio.
Norman
Douglas, Old Calabria ,
Martin Secker, London
1915. Prima edizione italiana: Norman Douglas, Vecchia Calabria; traduzione di
Grazia Lanzillo, Lidia Lax; introduzione di John Davenport, Milano, Aldo
Martello, 1962 – Successivamente, Giunti, Firenze, 1967. Il pezzo si trova a
pagina 322 dell’edizione del 2000.
Charles Antoine Manhès in un dipinto di Andrea Appiani |