Gianni Rodari
|
Ladro di “erre”
C’è chi dà
la colpa
alle
piene di primavera,
al peso
di un grassone
che
viaggiava in autocorriera:
io non mi
meraviglio
che il
ponte sia crollato,
perché l’avevano
fatto
di
cemento “amato”.
Invece
doveva essere
“armato”,
s’intende,
ma la
erre c’è sempre
qualcuno
che se la prende.
Il
cemento senza erre
(oppure
con l’erre moscia)
fa il
pilone deboluccio
e l’arcata
troppo floscia.
In
conclusione il ponte
è colato
a picco,
e il
ladro di “erre”
è
diventato ricco:
passeggia
per la città
va al
mare d’estate,
e in
tasca gli tintinnano
le “erre”
rubate.
Gianni
Rodari
Omegna
1920 – Roma 1980
Scrittore