Scorcio di Scandale in un quadro del pittore Alberto Elia |
COMUNE DI SCANDALE
Centro di pianura, di antiche origini,
con un’economia basata prevalentemente sull’agricoltura, cui si affiancano
modeste iniziative industriali e terziarie. Gli scandalesi, che presentano un
indice di vecchiaia inferiore alla media, risiedono per la maggior parte nel
capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra numerose
case sparse e le località Foresta, Parrera, Timperosso e Via Provinciale. Il
territorio ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di
altitudine: si raggiungono i 382 metri di quota. L’abitato, con la parte
vecchia ancora intatta e raccolta intorno ad alcuni slarghi, è immerso in una
suggestiva cornice paesaggistica; interessato da una forte crescita edilizia,
ha un andamento plano-altimetrico vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma
comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia
l’immagine di un vescovo, raffigurato nell’atto di benedire.
STORIA
Sorta in una zona abitata fin da tempi
remoti, come testimoniano la necropoli preellenica e altri reperti
archeologici, di età preistorica e protostorica, rinvenuti nei suoi dintorni,
in passato si è chiamata Gaudioso. Il toponimo riflette probabilmente un
elemento antroponimico, che può essere riportato al greco “skandàle”, avente il
significato di ‘molla’. A lungo casale di Santa Severina, appartenne a diversi
signori. Possedimento dei conti di Catanzaro fino alla seconda metà del XV
secolo, passò poi alle nobili famiglie dei Carafa, dei Ruffo di Scilla e dei
Grutter. Tornata ai Borboni, al termine della parentesi napoleonica, fu annessa
all’Italia unita, insieme al resto della regione, partecipando alle successive
vicende nazionali e internazionali. Sotto il profilo storico-architettonico
interessanti sono: la chiesa matrice di San Nicola di Bari, di origine
settecentesca, contenente pregevoli statue processionali; la chiesa della
Santissima Addolorata; il palazzo dei baroni Drammis, con soffitti ricoperti da
tessuti decorati; le case della famiglia Bonanno; i resti della casa del
Giardino, esempio di villa rurale, della fine del XVIII secolo; una torre
feudale e i ruderi della chiesa delle Stelle, lungo le vecchie vie di accesso al
borgo, e la masseria Galloppà, nella località omonima.
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