Domenico Mauro (San Demetrio Corone,
1812 – Firenze, 1873) è stato un letterato e patriota italiano di etnia
arbëreshë.
Domenico Mauro nacque a San Demetrio
Corone nel 1812 e morì a Firenze nel 1873. Il 15 marzo 18 44 fu il capo di una
sfortunata sommossa antiborbonica a Cosenza. Deputato nel 1848, e membro
dell’effimero Governo provvisorio cosentino. Condannato a morte nel 1854, era
però da tempo in esilio in Piemonte, dove collaborava a La voce della libertà; La
scintilla e Il diritto. Scrisse
nel 1851 i saggi Vittorio Emmanuele e
Mazzini e nel 1854 Degli avvenimenti
politici d'Italia. Discorso storico critico. Di idee repubblicane e
socialiste, sbarcò in Sicilia con Garibaldi nel 1860. Un patriota con tutte le
carte in regola e non certo un filo borbonico. Fu eletto alla Camera dei
deputati, militando fra le file della sinistra, dal 1865 al 1870. Ma ecco cosa
scriveva nel 1867 dopo la conquista piemontese che lui stesso all’inizio aveva
condiviso:
“Così ci
governa chi venne tra noi col nome di padre? Le nostre donne non hanno più
orecchini e anelli, perché una mano, che mai non si chiude, li ha tutti
raccolti. I nostri figli coltivano i nostri poderi per un padrone che non
conoscono, poiché tutti i nostri frutti sono degli uomini che vennero a
salvarci, e su i tetti e nelle nostre porte si asside la miseria con le vesti
lacere e sozze. [...] a che mandare in esilio i nostri re, se dovevano visitare
le nostre soglie uomini che ci levarono quello che i re ci avevano lasciato?”