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domenica 23 maggio 2021

Paul Verlaine - Le conchiglie

Paul Verlaine


Le conchiglie


Ogni incrostata conchiglia che sta
In quella grotta in cui ci siamo amati
Ha la sua propria particolarità.

Una dell’anima nostra ha la porpora
Che ha succhiato nel sangue ai nostri cuori
Quando io brucio e tu a quel fuoco ardi;

Un’altra imita te nei tuoi languori
E nei pallori tuoi di quando, stanca,
Ce l’hai con me perché ho gli occhi beffardi.

Questa fa specchio a come in te s’avvolge
La grazia del tuo orecchio, un’altra invece
Alla tenera e corta nuca rosa;

Ma una sola, fra tutte, mi sconvolge.



Paul Verlaine
Paul Marie Verlaine
Metz 1844 – Parigi 1896
Poeta francese


mercoledì 24 febbraio 2021

Paul Verlaine - L'inverno è finito

 

Paul Verlaine


L'inverno è finito

 

L'inverno è finito: la luce è tiepida

e danza, dal suolo al firmamento chiaro.

Bisogna che il più triste dei cuori ceda

all'immensa gioia sparsa nell'aria.

Perfino questa Parigi noiosa e malata

sembra fare accoglienza al primo sole,

e come in un abbraccio immenso

tende le mille braccia dei suoi tetti vermigli.

Da un anno ho nell'anima la primavera

e il verde ritorno del dolce fiorile,

come una fiamma che avvolga una fiamma,

al mio ideale aggiunge ideale.

Il cielo blu prolunga, innalza e incorona

l'immutabile azzurro dove ride il mio amore.

La stagione è bella e la mia sorte è buona

e tutte le mie speranze finalmente si compiono.

Venga l'estate! vengano ancora

l'autunno e l'inverno! E ogni stagione

sarà per me incantevole, o Tu che adorna

questa fantasia e questa ragione!

 

Paul Verlaine

Paul Marie Verlaine

Metz 1844 – Parigi 1896

Poeta francese


mercoledì 14 novembre 2018

Paul Verlaine - Languore

Paul Verlaine



Languore


Sono l'Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti dove danza
il languore del sole in uno stile d'oro.

Soletta l’anima soffre di noia densa il cuore.
Laggiù, si dice, infuriano lunghe battaglie cruente.
O non potervi, debole e così lento ai propositi,
e non volervi far fiorire un po’ questa esistenza.

O non potervi, o non volervi un po’ morire!
Ah! Tutto è bevuto! Non ridi più, Batillo?
Tutto è bevuto, tutto è mangiato! Niente più da dire!

Solo, un poema un po’ fatuo che si getta alle fiamme,
solo, uno schiavo un po’ frivolo che vi dimentica,
Solo, un tedio d’un non so che attaccato all’anima!



Langueur

Je suis l'Empire à la fin de la décadence,
Qui regarde passer les grands Barbares blancs
En composant des acrostiches indolents
D'un style d'or où la langueur du soleil danse.

L’âme seulette a mal au coeur d’un ennui dense
Là-bas on dit qu’ il est de longs combats sanglantis.
Ô n’y pouvoir, étant si faible aux voeux si lents,
Ô n’y vouloir fleurir un peu cette existence!

Ô n’y vouloir, ô n’y pouvoir mourir un peu!
Ah! tout est bu! Bathille, as-tu fini de rire?
Ah! tout est bu! tout est mange! Plus rien àdire!

Seul, un poème un peu niais qu’on jette au feu,
Seul, un esclave un peu coureur qui vous nèglige,
Seul, un ennui d’on ne sait quoi qui vous afflige!



Paul Verlaine
Paul Marie Verlaine
Metz 1844 – Parigi 1896
Poeta francese



Il sonetto comparve sulla rivista “Le Chat Noir” (Il Gatto Nero) il 26 maggio 1883. Paul Verlaine, Poesie, traduzione italiana di L. Frezza, Feltrinelli, Milano 1964.


lunedì 18 luglio 2016

Paul Verlaine - Languore

Paul Verlaine

Languore

Sono l'Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti dove danza
il languore del sole in uno stile d'oro.
Soletta l'anima soffre di noia densa al cuore.
Laggiù, si dice, infuriano lunghe battaglie cruente.
O non potervi, debole e così lento ai propositi,
e non volervi far fiorire un po' quest'esistenza!
O non potervi, o non volervi un po' morire!
Ah! tutto è bevuto! Non ridi più, Batillo?
Tutto è bevuto, tutto è mangiato! Niente più da dire!
Solo, un poema un po' fatuo che si getta alle fiamme,
solo, uno schiavo un po' frivolo che vi dimentica,
solo, un tedio d'un non so che attaccato all'anima!

Paul Verlaine
Paul Marie Verlaine
Metz 1844 – Parigi 1896
Poeta francese


mercoledì 1 giugno 2016

Paul Verlaine - Viviamo in tempi infami

Paul Verlaine

Viviamo in tempi infami

Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.

Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.

Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!

Paul Verlaine
Paul Marie Verlaine
Metz 1844 – Parigi 1896 
Poeta francese