domenica 14 gennaio 2024

Charlie Barnao - Il Gruppo di Portici

 

Foto scattata a Scandale in via Roma nel novembre del 1954. Da sinistra a destra: il prof. Manlio Rossi-Doria; l’assistente Lucia Trucco, detta Mimma; l’ingegnere Alberto Marsella e il prof. Alberto Antonio Marselli. La casa sulla sinistra, all’epoca era di Mastro Quintino e la casa in fondo con finestra era di Francesco Abiuso, che era un po’ la guida e il suggeritore del Professore in paese.


Il Gruppo di Portici

il Meridione alle origini della sociologia italiana

di Charlie Barnao

 

Il Meridione

 

E fu proprio “l’allargamento dell’orizzonte analitico” connesso alla “esigenza di uscire dai ristretti ambiti disciplinari” che portò il Gruppo a interessarsi in modo particolare alle ricerche sociologiche, portatrici di contributi significativi per lo studio e l’analisi delle problematiche legate al Mezzogiorno. Alla sociologia veniva chiesto supporto per comprendere i processi di “esodo agricolo”, “le grandi migrazioni, i nuovi rapporti tra agricoltura e industria, il mutato carattere del rapporto tra città e campagna” [Pugliese 1991, 329-330].

In particolare la ricerca su Scandale – Comune in provincia di Crotone in cui, tra il 1954 e il 1956, Rossi-Doria condusse un’inchiesta sulla Riforma agraria – fu una delle prime importanti occasioni che portarono il gruppo a confrontarsi con i metodi della ricerca sociologica che, a quel tempo, muoveva i primi passi in Italia [cfr. Lengyel Rossi-Doria 1991].

Studiare in questo modo il Sud significava tanto esprimere motivazioni politiche quanto sviluppare nuove tecniche e metodologie d’indagine. In una lettera del 1952, Rossi-Doria scriveva: “Il mio piano di lavoro e di vita può avere senso soltanto se riesce ad essere al servizio di quelle mete alte. Ma se fossero troppo alte? Se non riuscissi a dar ordine, continuità, nerbo, coraggio a quell’azione? Finire autore di due buoni libri, professore riverito, domani senatore autorevole, mentre i contadini continuassero laggiù ad esser bestie da soma e questa plebe cittadina in mezzo alla quale vivo qui a Napoli continuasse a vivere senza civiltà e senza speranza, significherebbe aver fatto fallimento, aver mancato al compito” [cit. in Lengyel Rossi-Doria 1991, 307]. L’impegno politico trovava così la massima estrinsecazione in un corrispondente impegno meridionalista [cfr. Marselli 1990; Pugliese 1991; Costabile 2008].

 

L’articolo è stato pubblicato sul numero 39 della rivista “Lo squaderno” nel marzo 2016. Charlie Barnao è di Palermo, tuttora Professore Ordinario di Sociologia e Sociologia della sopravvivenza presso l'Università “Magna Græcia” di Catanzaro.