Xu Lizhi |
Sul letto
di morte
Voglio
guardare per l’ultima volta l’oceano,
immergermi
nelle infinite lacrime di in una vita spezzata.
Voglio
scalare un’altra montagna,
provare a
riprendermi l’anima che ho perduto
Voglio
toccare il cielo, sentire quel blu così luminoso
Ma niente
di tutto questo mi è concesso, quindi lascio
questo
mondo.
Chiunque
abbia sentito parlare di me
non si
sorprenda del mio abbandono
tanto
meno sospiri o soffra.
Come in
punta di piedi sono arrivato così me ne andrò.
Xu Lizhi
1990 – 30
settembre 2014
Poeta
cinese
Qualche
notizia da Internet
Xu Lizhi ha lavorato per l'impresa telematica
multinazionale FoxConn come operaio elettronico migrante e ha attirato
l'attenzione dei media mondiali in seguito al suo suicidio nel 2014, dopodiché
i suoi amici hanno pubblicato una raccolta di sue poesie che sono state
tradotte in varie lingue.
Le sue giornate passavano così, tra i massacranti
turni alla fabbrica della FoxConn, responsabile per la produzione di molti dei
componenti degli smartphone che utilizziamo ogni giorno e le sue poesie. Aveva
24 anni, Xu Lizhi, quando disse basta. E si tolse la vita. Le sue poesie
vennero trovate poco dopo la sua morte ed i suoi amici decisero di pubblicarle
per far conoscere al mondo le condizioni di lavoro disumane delle industrie
FoxConn. Una testimonianza della crudeltà di un mondo dove si lavora e si muore
per arricchire i pochi. Una logica che non ci stancheremo mai di affrontare.