domenica 14 febbraio 2016

Manlio Rossi-Doria - I contadini dopo l’Ente Sila

Donne forestiere che raccoglievano le olive nel territorio di Scandale, dette i Mandrieddi. La foto fa parte del libro di Manlio Rossi-Doria, Un paese di Calabria, l’Ancora del Mediterraneo, Napoli, 2007

I contadini dopo l’Ente Sila

Scandale, 11 novembre 1954
La conversazione in casa di Don Orlando [Scaramuzzino] è servita a gettare un primo sguardo al modo in cui questa borghesia guarda al mondo dei contadini e a quel che avviene tra loro e certo il quadro così presentato ha del vero.
Tutto era quieto, dicono, fino alla guerra, quando la prima mossa si ebbe col mercato nero del grano, il cui prezzo salì fino alle 7 – 8000 lire al tomolo (di 44 kg. E quindi fino alle 17 – 19 mila lire il quintale). Da allora i contadini non hanno pensato che a star meglio, spendendo largamente quel che guadagnavano e ingolfandosi nei debiti.
Se, tuttavia, l’inizio di un tale andamento è da riportarsi alla guerra, lo sviluppo che oggi si riscontra parte dall’intervento dell’Ente Sila, quando cresciuta la terra coltivata, eliminati o ridotti i canoni, pagati i lavori di miglioria, cresciuto l’impiego nei lavori pubblici con la relativa riscossione degli assegni familiari, oltre che dei salari, il denaro contante in mano dei contadini è improvvisamente cresciuto e la spinta alla spesa non ha avuto più limiti.
Secondo i “borghesi” della conversazione un tal andamento si esprime nei seguenti indici, ciascuno dei quali può essere facilmente controllato.
Sono anzitutto aumentati i consumi voluttuari.
Le tre cantine attualmente in funzione fanno affari per centinaia e centinaia di migliaia di lire. Camions interi di vino ne portano, oltre che da Cirò, fin dalle lontane Puglie, quando prima bastava la produzione locale. I vinattieri sono considerati tra i più ricchi commercianti del paese, anche perché, pur praticando il credito come gli altri, lo praticano a più breve termine e ottengono garanzie più sicure dai contadini. In particolare essi sono diventati oramai, i più grossi consegnatari di grano agli ammassi con il ritiro, in pegno dei loro crediti, dei buoni d’ammasso dei contadini.
Nella conversazione s’è parlato di contadini con debiti di 100 mila lire per solo vino. Il vestiario è diventato una delle prime cure dei giovani contadini, i quali spendono per esso cifre notevoli, con acquisti fatti principalmente a Crotone.
Al divertimento si dedicano anche somme molto superiori al passato. Non c’è ancora un cinema in paese, ma ogni sera sono molte le persone che si recano in automobile a Crotone al cinematografo. Le automobili a noleggio hanno fatto al riguardo la tariffa di 300 lire, ma si calcola che la serata possa costare sulle mille lire (trasporto, cinema, cena, caffè). Sembra che siano molti i contadini che vi si recano.
I bar, inesistenti fino a pochi anni fa, sono adesso in numero di tre e in tutti si spendono somme notevoli nei giochi di carte, come nelle osterie.
Il gioco, oltre che nelle forme tradizionali, ha preso grande sviluppo come concorso al totocalcio, al quale molti partecipano. Parecchi sono i sistemisti. C’è poi – si diceva sempre in quella conversazione – una tendenza ad investir danari superiore alle effettive possibilità. Uno degli acquisti che in gran numero le famiglie contadine hanno fatto è quello degli apparecchi radio. Sono già in paese in numero di 360 – uno ogni due famiglie – e si tratta per lo più di apparecchi grandi, radio - grammofoni e radio – bar. Con la radio è cresciuta l’usanza del ballo che si pratica in ogni occasione nelle famiglie contadine e con il ballo le feste e i consumi voluttuari.
Analogamente molti hanno comperato motociclette e “guzzini”. Si sono venduti il mulo consegnato dall’Ente Sila e si sono comperati il “guzzino”.
La conseguenza è – sembra – una paurosa situazione di indebitamento. Radio e vestiario e ogni cosa anche a Crotone sono ceduti a credito. I negozianti d’ogni tipo per mantenersi la clientela sono costretti a fare credito. Così gli stessi vinattieri, i quali, come si è detto, si rifanno coi buoni d’ammasso. Don Orlando, che è commerciante di tessuti, è così esposto, quest’anno, per il credito fatto e non pagato che non è ancora potuto andare a Napoli a fare gli acquisti, come era solito fare ogni anno. Questo senza dire dei debiti che tutti i contadini hanno con l’Ente Sila.
E tutti così si lamentano, è stata la conclusione.

Note di viaggio - Roma. Biblioteca Giustino Fortunato. Archivio Rossi-Doria, vol. II, fascicolo, 5. Notazioni personali del prof. Manlio Rossi-Doria in forma di diario ricavate durante la permanenza a Scandale per l’inchiesta commissionata dall’Unesco.