domenica 12 settembre 2010

Sacerdoti di Scandale nel 1743


Il sacerdote di Scandale don Simone Scaramuzzino (foto Pingitore).


Sacerdoti di Scandale secondo il Catasto Onciario del 1743 conservato nell’Archivio di Stato di Napoli.


Don Domenico Sculco, canonico della chiesa di Santa Severina senza prebenda canonicale di 57 anni. Abita in casa di sua proprietà. Ha al suo servizio un custode di buoi di 28 anni, un custode di vacche di 18 anni, il nipote di 19 anni e una monaca bizzoca sua nipote di 23 anni. Possiede oltre a 20 vacche e buoi un cavallo e un somaro oltre ad alcune terre. Una continenza di terra dette gabella in luogo detto le Terre del Pozzo seu Gaudioso con vigne di molti cittadini dai quali percepisce nel complesso, a titolo di censo enfiteutico 8,20 ducati. Possiede una vigna di 4 tomoli che rende 2,80 ducati. Un terreno olivato che rende 0,80 ducati. Un terreno incolto che rende 0,80.


Don Domenico Drammis, sacerdote di 34 anni abita in una casa propria di 2 stanze con i 2 fratelli Antonio e Niccolò. Possiede ancora due magazzini che non danno rendita perché usati dalla famiglia, una casa ad uso di forno ed una fittata a 2 carlini con un orto attiguo. Una vigna che gli rende 8 ducati circa.


Don Domenico Oliverio, sacerdote di 37 anni abita in casa propria di 4 stanze, ha un’altra casa con orto non fittata e un somaro. Possiede una gabelluccia detta Scocchia che rende 8 ducati. Un pezzo di terra in località Santa Caterina di 1 tomolo e 1 quarto. Vive con un garzone il fratello e la sorella.


Don Domenico Orsini, sacerdote di 57 anni vive in un palazzo proprio di 12 stanze insieme a sei nipoti nobili. Con lui vivono due bovari, un mulattiere, quattro vaccari e due serve. Con lui vive anche il fratello che non paga affitto. Possiede tre case con un orto ad uso proprio e due fittate per 4 ducati annui, una vigna in località Muganà di 4 tomoli con alberi di fico. Possiede ancora un’altra casa attaccata al palazzo fittata per 1,60 ducati annui, una vigna di 1 tomolo interamente vitata e, infine, 185 fra buoi, vacche ed altri animali, 2 cavalli e 1 mulo. Tiene fitto un terreno seminatorio detto Murice per cui paga 70 tomoli di grano ogni anno. Possiede una vigna in località le Terre dello Iacane, quattro bassi nel palazzo che rendono 4,50 ducati, un beneficio eretto nella chiesa che rende 15,35 ducati per interessi su capitali prestati; 6,30 per due case fittate.


Don Alonso Basilico, sacerdote, vive a Napoli e possiede una chiusa ad Occhi Accucchiati di 4 tomoli con un vignale detto S. Antonio.


Don Francesco Adamo, sacerdote di 29 anni abita in casa propria; possiede una casa palaziata di due stanze in cui abita con il padre e la famiglia, altre due case ad uso proprio, una casa locata per 1,50 ducati, una vigna di 4 tomoli che non rende nulla, una pagliata, un somaro e infine un orto stimato 0,80 ducati.


Don Francesco Furcia, sacerdote di 28 anni, possiede una casa di abitazione, e varie altre. In una contigua abita il cugino, in un’altra ancora vivono i genitori, un’altra è utilizzata come stalla e rende 0,70 ducati di fitto. Possiede ancora una vigna in luogo detto Canalicchi di 2 tomoli con terreno arbustato che rende 6 ducati, un’altra di 3 tomoli in località Muganà che rende 6 ducati.


Don Giovanni Paolo Cavallo, sacerdote di 39 anni, abita in casa propria, possiede un somaro per gli usi domestici, una vigna non utilizzata in località Occhi Accucchiati che non rende nulla, un vignale anche inutilizzato di 1 tomolo a Gaudioso, una casa non del tutto ultimata e un ortale attaccato alla casa suddetta di 2 tomoli da cui non percepisce alcuna rendita. È inoltre titolare di un beneficio detto Santa Maria di Condoleo costituito da terre arbustate di complessivi 10 tomoli che rendono circa 8 ducati.


Don Giuseppe Biondi, sacerdote di 25 anni possiede una casa palaziata dove vive con i genitori, un magazzino utilizzato dalla famiglia, una stanza non del tutto costruita, una vigna in località Sopra il Pozzo di 2 tomoli che rende circa 5 ducati e una casa di due stanze inaffittata nella terra di Verzino.


Don Francesco Sculco, sacerdote di 28 anni abita in casa con i genitori. Possiede una vacca e una giovenca, una camera ad uso della famiglia, una vigna in località Serre di Iacane che non rende nulla e un’altra a Occhi Accucchiati che pure non rende nulla, una pagliara fittata per 0,70 ducati, un beneficio ossia cappella laicale, intitolata a San Domenico di Loiano eretta dallo zio che rende 25,24 ducati.


Don Francesco Tumoli, chierico di 40 anni, vive con moglie, quattro figli e 2 garzoni. Abita in una casa propria e possiede una vigna di 1 tomolo alle Fontanelle, 11 fra buoi e vacche ed un somaro.


Don Giovanni Battista Sculco, cappellano di 26 anni vive con la moglie Rosa Canino di 31 anni, Paola Vichi madre vedova di 41 anni, Elisabetta sorella vergine di 16 anni, Laura sorella vergine di 14 anni e Giuseppe scolare di 14 anni. Abita in una casa di sua proprietà di 4 stanze e possiede inoltre una chiusa in località Acqua di Iovi di 4 tomoli, una bottega nella piazza fittata per 1,20 ducati, 12 buoi di cui 10 impiegati nella masseria di campo.


Don Leonardo Manfredi, sacerdote di 37 anni possiede una casa palaziata di 4 stanze dove abita con i suoi nipoti, una pagliara fittata per 2,10 ducati, una vigna alle Terre di Santa Caterina di 2,5 tomoli stimata senza rendita.


Don Nicolò Cizza, sacerdote di 37 anni possiede un beneficio sotto il titolo di Santa Maria del Carmine la cui cappella sta nella chiesa madre e un capitale di 500 ducati sui beni dei Longobucchi in Mesoraca da cui percepisce la rendita annua di 25 ducati. Possiede anche un terreno cioè una gabella detta Mandato del Carmine di 50 tomoli da cui percepisce 6 ducati di rendita. In cambio deve celebrare 250 messe per l’anima di Marco Antonio Cizza suo zio fondatore del beneficio. Possiede invece, di sua proprietà la casa palaziata in cui vive con Giuseppe Cizza, suo fratello, e un’altra casa non fittata, un orto arbustato, una vigna alle Serre del Iacono di 2 tomoli senza rendita, un’altra vigna che rende 70 grana, un vignale a Canalicchio che rende 60 grana e, infine, un somaro che viene utilizzato dalla famiglia.


Don Nicolò Massa, arciprete di 64 anni abita in casa propria di 6 stanze con Lorenzo Massa suo nipote. Possiede 8 buoi che rendono 36 ducati, 7 vacche che rendono 8,40 ducati, una giumenta ed un somaro utilizzati in proprio. Possiede inoltre una continenza di terre piantate a vigna da cui percepisce a titolo di censo enfiteutico 2,80 ducati, un capitale di 20 ducati sui beni di Domenico Spanò da cui percepisce il censo bullare di 1,50 ducati, una vigna diruta alle terre di Santa Caterina che non rende nulla.


Don Tommaso Manfredi, canonico nella cattedrale della chiesa di Santa Severina possiede una casa palaziata dove abita Gio. Angelo Manfredi, suo fratello. Possiede una vigna non coltivata allo Parmiento che non dà rendita.


Don Tommaso Masera, sacerdote di 26 anni. Possiede una casa palaziata di 6 stanze dove abita con Nicolò Scigliano e la sua famiglia, una vigna sotto le Timpe che rende 0,50 ducati, una vigna delli Canalicchi venduta a Bernardo Orsini in cambio del censo, un vignale che rende 0,70 ducati.


Don Vespasiano Milieri, canonico di 59 anni, coniugato con Elena d’Amico di 53 anni. Abita in casa propria di 3 stanze e possiede una vigna a Terre del Pozzo che rende 3,11 ducati e un somaro utilizzato nei lavori di casa. Ne impiega 12 in una masseria di campo che rende 60 grani.


Cfr., Archivio di Stato di Napoli, Catasto Onciario di Scandale, 3 volumi, anno 1741-1743.