martedì 14 settembre 2010

Poesia della scandalese Lina Greco

Il sangue mio s’è sparso in settentrione

ove scappò mio padre e la mia carne,

ma il mio riposo annegò tra le rughe

della mia gente bruzia e il mio respiro

tra le pinete, i faggi e le riviere.

Ritorneranno i figli tra gli ulivi,

dagli agavi scortati e le cicale,

divamperanno stoppie e le sterpaie

e a sera i grilli udranno al focolare.

Faccio la guardia e aspetto tutte l’ore

ma torno ogni momento solo io.

Gli occhi sono arsi più di questa terra

ma inonderanno fratte e le pietraie

se tornerete a togliere quei chiodi

aprendo porte grandi ai bianchi muri.