mercoledì 24 marzo 2010

CURIOSITÀ. La poltrona di Andreotti al Senato è diventata meta turistica.



Il Senatore Giulio Andreotti e l’impronta sulla poltrona.


«…e questo è il posto di Andreotti». Il commesso del Senato si ferma davanti alla poltroncina foderata di cuoio rosso. E mostra agli studenti in visita scolastica all’aula di palazzo Madama uno scranno solo apparentemente uguale agli altri. Perché all’altezza della spalliera è visibile un piccolo cratere quasi perfettamente circolare, con un diametro di una quarantina di centimetri: l’impronta della schiena curva del senatore a vita. Si tratta di una sorta di certificazione della simbiosi fra Andreotti e la vita parlamentare, della sua presenza puntigliosa e indefessa alle sedute: al punto di aver lasciato l’impronta di quella che impropriamente centinaia di vignettisti hanno disegnato per anni come una gobba.
Ma è anche il trionfo della sua fisicità, e dei misteriosi significati che trasmette da sessant’anni all’Italia un corpo modellato per incarnare le versioni più immaginifiche e inquietanti del potere. Quel progressivo, inesorabile ripiegamento su se stesso, millimetro dopo millimetro, finisce per diventare la metafora del Belpaese «storto».


Cfr. Massimo Franco, ANDREOTTI. La vita di un uomo politico, la storia di un’epoca, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2008, p. 338.