mercoledì 10 agosto 2016

Salvatore Barresi - Gino Scalise "Soldato di Cristo"

L'articolo del prof. Barresi apparso anche sui giornali


UN “SOLDATO DI CRISTO”, GINO SCALISE, LAICO, POLITICO, OPERATORE DI PACE

Come un dipinto a tinte soffici e delicate, che racconta il passato con una visione verso il futuro, così si potrebbe definire il saggio di Iginio Carvelli: “Gino Scalise, ulivo rigoglioso in piena selva”, uscito in queste settimane, edito per i tipi di Calabria Letteraria Editrice. Una  biografia di un uomo calabrese, Luigi Scalise, poeta e scrittore, nato e vissuto a Scandale, piccolo borgo del Marchesato di Crotone, che ha radicato la sua vita nell’impegno sociale come testimone di Dio. Un saggio biografico che racconta la vita di un uomo semplice, nato da famiglia contadina, vissuto nella povertà, ma ricco di speranza e di fiducia nel Signore Gesù Cristo. La vita di Gino Scalise, come viene descritta da Iginio Carvelli, è stata quella di un uomo di fede che ha impegnato la sua esistenza servendo gli altri, senza se e senza ma, guardando agli insegnamenti del Vangelo nella sua radicalità. Racconta l’uomo di fede, il cattolico impegnato, l’uomo spirituale, il cittadino protagonista, il Sindaco, il poeta e lo scrittore. Racconta la vita di un uomo comune che diventa sensibile nella sua malattia che, seppur deformato nella sua esistenza, non si lascia vincere dalla patologia, anzi rilancia il suo essere difronte a Dio e agli uomini. Rilanciare la sua esistenza significava, per Gino Scalise, una sola cosa fare la volontà di Dio, essere coerente con la fede pensata, non per ricevere ma per dare, dare sempre anche quando non si poteva. L’autore della biografia traccia, in maniera delicata, con una la linea di demarcazione invisibile, l’umano e lo spirituale di Scalise come se fosse un tratto-punto che parte dalla terra per arrivare al cielo e viceversa, quasi come se ci fosse una relazione, un abbraccio quotidiano, tra il Padre celeste e il figlio di questa terra, bella e antica, povera e dimenticata dal mondo. Lui era un visionario che, ispirato dallo Spirito Santo, portò da uomo di fede, la fiducia in un Paese agricolo come Scandale, dove fece nascere e crescere una nuova “classe dirigente”, non proveniente da famiglie facoltose ma da famiglie povere di contadini. La sua leva era la cultura, il bello, la poesia impastati con la Parola di Dio nella vita comune. Lui, Gino Scalise, un Oblato di Don Mottola, era un “soldato di Cristo”, un artefice del presente e del futuro che, con i giovani di un piccolo paesino, come descrive Iginio Carvelli, aveva fondato l’Azione Cattolica perché aveva intuito che il cattolicesimo italiano era una religione a bassa intensità e bisognava agire evangelizzando il sociale. Per Scalise, nel testo Carvelli lo evince in maniera importante, la ‘conversione’ significava avere pazienza, impegno per la giustizia, un sano equilibrio con le cose e le persone, una forte propensione al dialogo, uno stile forte di incorruttibilità, un forte senso di solidarietà con le vittime dell’analfabetismo, dello sfruttamento dei poveri contadini e operai. Un libro pieno di testimonianze, 24 per l’esattezza, che contribuiscono a colorare, ancor di più, il dipinto di Iginio Carvelli, verso un uomo che in politica è stato paragonato al Servo di Dio Giorgio La Pira, laico, politico, operatore di pace. Gino Scalise era un detentore di idee che vedeva in anteprima, per via della sua sensibilità spirituale che gli veniva dal dono che Dio gli aveva fatto: l’umiltà. Idee che si sono concretizzate in opere per il bene comune senza pensare al proprio interesse e senza arricchimenti illeciti. Nato povero morì da povero facendo ricchi gli altri. Lui era l’uomo, dalla biografia di Carvelli viene fuori con forza, che ha incarnato, si potrebbe dire, la Dottrina Sociale della Chiesa in un piccolo centro rurale; fatto attraverso la nascita di scuole, imprese sociali, cooperative e Casse Rurali, avendo come manuale e guida il Vangelo e l’insieme dei documenti che hanno costituito il sistema del pensiero articolato ed organico del cattolicesimo democratico. Dalla lettura della biografia, posso affermare che il testo risponde al vero, perché, Gino Scalise, era un umile servitore della vigna del Signore, è la chiave di lettura della sua attività terrena era centrata sul primato della persona. Aveva ben in testa e nel cuore una frase della Pacem in terris: “In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento che ogni essere umano è persona,  cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili e inalienabili”. Per Gino Scalise la Parola di Dio e la storia dell’umanità, cioè la storia della salvezza vissuta come incontro tra Dio e l’uomo nel mistero dell’Incarnazione di Gesù Cristo, era la missione che doveva compiere. Per Gino Scalise la via era (ed è) sostanzialmente quella della evangelizzazione che mira alla educazione delle persone, ma anche alla ricerca di un reale rinnovamento della società, con riflessi di natura etica. Per Gino Scalise la competenza della chiesa in materia sociale era (ed è) offrire il buon annuncio della salvezza operata da Dio per un autentico sviluppo dell’uomo, anche in relazione alla società, alla politica, all'economia, al lavoro... come scrisse San Giovanni Paolo II nella sua Enciclica “Centesimus Annus”. Il libro è piacevole da leggere ed è molto educativo perché dona una traccia che può costruire una via, la via della nuova evangelizzazione. In sostanza, l’esperienza sociale e politica di Gino Scalise, con tutta la sua realtà storica e le sue problematiche, è nata e si è concretizzata all’interno del progetto di salvezza come opera di Dio.

Articolo del prof. Salvatore [Sasà] Barresi del 5 agosto 2016 sul suo Blog

Scandale - Un momento della serata dedicata a Gino Scalise