venerdì 16 maggio 2014

Paesi del Marchesato alla fine del Cinquecento in una cronaca di Girolamo Marafioti

L’antica porta di ingresso a Santa Severina

[...] Doppo il quale entrando nella terra occorre una habitatione chiamata Cutro popolosa, e nobile, molto abbondante ne’ pascoli, e frumenti. Quindi partendoci per alquanta distanza incontramo il fiume Neto, del quale abbiamo fatto ricordi di sovra, ma perché la natura de’ fiumi è che vadano serpendo per diversi luoghi; [...]
Vediamo ne’ suoi convicini luoghi alcune habitationi, come appare, che tra Cutro, e il fiume Neto occorre un castello dal nome del fiume chiamato Neto: dove si veggono le rocche, dalle quali oggidì si cava il sale bianchissimo, nel quale nei condimenti altro non s’usa in questi paesi convicini, e nel suo territorio sono questi Casali, S. Mauro, S. Giovanni, Scavalio. [San Mauro Marchesato, San Giovanni Minagò, Scandale che sugli antichi documenti angioini si legge Scandalio per colpa dei copisti francesi che lo scrivevano male o lo mettevano vicino a San Leone scrivendo tutto attaccato Scandalione, cioè Scandale e San Leone, che come feudi venivano spesso venduti insieme - Nota mia]
Dentro il paese mediterraneo per alquanto distanza dal fiume Neto, lontano dal mare per il spazio di tredici ò quattordici miglia in circa, occorre una città antichissima per nome Siberina, ma hoggi volgarmente chiamata S. Severina, la quale (dice Stefano Bizantio) essere stata edificata dagl’Enotrij: Sta in luogo alto, sovra un sasso, circondata intorno da profondi precipitij, per lo ch’è stata quasi fortezza inespugnabile. È sede Arcivescovale nobilissima, e nella Chiesa catedrale si riserba con grandissima riverenza il braccio di S. Anastasia...


Girolamo Marafioti, Croniche et antichità di Calabria, Padova 1601, pag. 212.