giovedì 23 luglio 2020

Addio, fratello mio

Ezio Scaramuzzino con il fratello Nando



Fratello mio, fratello nostro, fratello caro. Siamo qui, e ci siamo tutti, stretti vicino a te, perché tutti avvertiamo la sofferenza, il dolore, lo strazio per l'inizio del tuo ultimo, definitivo viaggio. Io e te siamo nati nella stessa famiglia, siamo poi cresciuti e vissuti nella stessa comunità, legati da quegli stessi vincoli e da quell'unico, comune destino, che ci ha tenuti l'uno accanto all'altro fino a qualche giorno fa. Siamo vissuti, fratello mio e tante volte non siamo riusciti ad esprimerci reciprocamente il bene che ci volevamo, per quel pudore che spesso  ci ha condizionati, nella convinzione che il bene, l'affetto, per non dire altro, non fosse necessario esprimerlo con le parole, anche perché non esistono parole che possano esprimere adeguatamente l'intensità di certi sentimenti. Sapevamo che il bene era meglio esprimerlo con il cuore, piuttosto che con le parole. Siamo vissuti così, fratello mio, spesso nel silenzio e talvolta nell'intesa espressa solo dai nostri sguardi, dalle nostre emozioni.