Martha
Medeiros
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A
morte devagar
(Una
morte lenta)
“Lentamente
muore / chi diventa schiavo dell’abitudine, /
ripetendo
ogni giorno / gli stessi percorsi /
chi
non cambia la marcia, / chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
/
chi
non parla a chi non conosce. /
Muore
lentamente / chi evita una passione /
chi
preferisce il nero al bianco / e i puntini sulle “i” /
piuttosto
che un insieme di emozioni, /
proprio
quelle che fanno brillare gli occhi, /
quelle
che fanno di uno sbadiglio un sorriso, /
quelle
che fanno battere il cuore / davanti all’errore e ai sentimenti. /
Lentamente
muore chi non capovolge il tavolo, /
chi
è infelice sul lavoro, /
chi
non rischia la certezza per l’incertezza / per inseguire un sogno,
/
chi
non si permette / almeno una volta nella vita /
di
fuggire ai consigli sensati./
Lentamente
muore / chi non viaggia, / chi non legge, /
chi
non ascolta musica, / chi non trova grazia in se stesso. /
Muore
lentamente / chi passa i giorni a lamentarsi /
della
propria sfortuna o della pioggia incessante. /
Muore
lentamente / chi abbandona un progetto / prima di iniziarlo, /
chi
non fa domande / sugli argomenti che non conosce, /
chi
non risponde / quando gli chiedono qualcosa che conosce./
Evitiamo
la morte a piccole dosi, /
ricordando
sempre che essere vivo / richiede uno sforzo /
di
gran lunga maggiore / del semplice fatto di respirare. /
Soltanto
l’ardente pazienza / porterà al raggiungimento /
di
una splendida felicità”
Martha
Medeiros
Porto
Alegre, 20 agosto 1961 -
Giornalista
e scrittrice brasiliana
Questa
poesia è stata pubblicata la prima volta nell’anno 2000 sul
quotidiano Zero
Hora
di Porto Alegre.