Un angolo di Scandale in una foto pubblicata dal sito di Cesare Grisi
Passo della presentazione fatta da Gino Scalise a questo suo volume di poesie dal titolo “Sui fiumi di Babilonia”. Cento canti in terra straniera, pubblicato dalla Fasano Editore di Cosenza nel 1976.
“Sono cento e più liriche, espressione, spero accolta, di intuizioni, ricerche e visioni della vita e del fatto sociale che io vorrei ora donare anzitutto ai giovani che si preparano ad essere gli uomini di domani, agli adolescenti che, con ricchezze spirituali straordinarie, attraverso il sapere, s’apprestano ad ascendere i gradini decisivi della giovinezza. Si tratta probabilmente di voci fievoli, il cui silenzio assai a lungo durato le ha forse fatte ancora più deboli; ma la terribile penuria di valori nel mondo moderno, le ha rese, io penso, estremamente attuali, e la risoluzione di darle oggi alla luce s’è venuta allora facendo più meditata e responsabile, e forse anche più audace, affinché un ripensamento qualsiasi, altre volte avvenuto, non manchi il dono, pur modesto che mi accingo a fare.
Non v’è in questo, perciò, alcuna pretesa letteraria, bensì il desiderio di comunicare e dialogare con molti, con i giovani soprattutto, ripeto, partecipando l’itinerario d’uno di noi, in tal caso il mio, cosparso, come quello d’ognuno, di gioie e dolori, di ansie e speranze, sostenuto e guidato, però, da una luce ideale”.
Il fico d’India: un’occasione di sviluppo?
Recentemente, un quotidiano del nord ha pubblicato un articolo dal titolo: “Il pane dei poveri diventa un tesoro. A San Cono, la capitale europea dei fichi d’India”. “Pane dei poveri” perché un secolo fa i fichi d’India rappresentavano il cibo quotidiano di molte famiglie. È una pianta originaria dell’America, introdotta, sia in Sicilia che in Calabria, dagli spagnoli. Tra le varietà: la gialla (la più diffusa), la bianca (la meno nota) e la rossa (o sanguigna, la più pregiata). A San Cono, in Sicilia, un paese di 350 abitanti, non vi è disoccupazione (veramente eccezionale per un centro del sud Italia), grazie alla coltivazione, su
Bene, quindi, ha fatto
L’intraprendenza, l’attivismo, la fantasia potrebbero portare ricchezza nella nostra provincia. I fichi d’India di Scandale, opportunamente valorizzati e commercializzati, potrebbero rappresentare un esempio per una sicura fonte di guadagno per gli abitanti non solo di Scandale, ma anche di quelli vicini.
Articolo pubblicato da “Laprovincikr” il
Sopra, Giovannino in una foto By Ros. Sotto, foto originale di scena (che ho comprato a Roma da un collezionista), scattata in una sala del palazzo Drammis durante le riprese del film “Il Brigante”.
Apprendo dai blog di Scandale la scomparsa di Giovannino: una persona per bene e molto educata. Qualche anno fa, l’ultima volta che sono venuto a Scandale, sono andato a trovarlo. Come al solito, approfittavo per fare qualche domanda sulla famiglia, e lui mi rispondeva con passione. Mi raccontava come i documenti e i libri dei suoi avi erano stati distrutti durante la lavorazione del film “Il Brigante”. Erano rimaste soltanto, in un vecchio album, una ventina di vecchie fotografie di amici dei baroni Drammis risalenti, molte alla seconda metà dell’Ottocento e alcune all’inizio del Novecento. Me l’ha regalate dicendomi: “Prendile, a te possono servire”.
Riporto di seguito, un articolo che avevo già pubblicato su questo blog nei primi mesi del 2010. Sono ricordi del film “Il Brigante” raccolti dal giornalista Giovanni Scarfò in un’intervista a Giovannino Drammis, fatta nel 1989.
“C’erano una volta le troupe cinematografiche (ci sono anche adesso beninteso, almeno fino a quando le sue emittenze planetarie lo consentiranno), ma non quelle che si vedono ad ogni angolo della strada, bensì quelle di una volta, quelle arcaiche, la cui presenza era motivo di grande festa, di curiosità, di meraviglia o di scocciatura per la gente del paese scelto come luogo di ambientazione del film. Ma la cosa più importante era che alla fine si faceva cinema, e tanto bastava per fare felici grandi e piccini: insomma il cinema non minava la possibilità di essere se stessi, anche dopo essere stati impressionati (al contrario, oggi, la possibilità di essere sembra subordinata al fatto di apparire in televisione: mi video, ergo sum).
Ciò nonostante è anche vero che molte troupe cinematografiche si comportano come Attila. Immaginiamocele un po’: un regista quasi sempre autoritario (si dice che chi fa il regista nasconda la sua pazzia, perché in realtà egli si crede Napoleone), attori inavvicinabili (anche le mezze calzette, anche quelle!), i tecnici quasi tutti Romani e come tali preoccupati, principalmente, di trovare un posto dove se magna bene (anche adesso, anche adesso!), e quando davano confidenza alla gente del posto lo facevano secondo la famosa scala dei valori italiani in base alla quale Roma è
Vicino al balcone che dà sulla piazza principale e sulle porte del salone vi sono ancora i forellini causati dalle piccole cariche che fingevano le scariche di fucile. Li abbiamo voluti conservare (continua Giovannino) per ricordare quella esperienza che è stata indimenticabile. Quasi tutta la gente del paese ha lavorato nel film come comparsa, ed è stata pagata mille lire al giorno. Anche io ho fatto la comparsa nella scena della rivoluzione (racconta la mamma di Giovannino), ma Castellani mi sembrava un tipo strano, non parlava quasi mai, e poi, io avevo l’impressione che non gli piacevano le donne. Castellani era davvero curioso (continua Giovannino) quando c’è stata la scena della rivoluzione, ha fatto distruggere la nostra biblioteca e tanti altri oggetti. Fortunatamente abbiamo salvato il pianoforte. Che brigante quel Castellani”.
Cfr. Settenote, anno 1, n°1, Associazione Culturale Jonica Editore, agosto 1989. Giovanni Scarfò,
Si narra che Giulio Cesare usava per le sue corrispondenze riservate un codice di sostituzione molto semplice, nel quale la lettera chiara veniva sostituita dalla lettera che la segue di tre posti nell'alfabeto: la lettera A è sostituita dalla D,
Chiaro.......A B C D E F G H .I J .K L .M N O P Q R S T U V W X Y Z
Cifrato.......D E F G H I .J .K L M N O P Q R S .T U V W X Y Z A B C
Prendendo come esempio la frase “Servono rinforzi” si otterrà il seguente messaggio:
Chiaro servonorinforzi
Cifrato VHUYRQRULQIRUCL
Il cifrario di Cesare prende il nome da Giulio Cesare, che lo utilizzava per proteggere i suoi messaggi segreti. Grazie allo storico Svetonio sappiamo che Cesare utilizzava in genere spostamento di 3 posizioni, ma è chiaro che per renderlo un po’ più difficile si possono spostare le posizioni a piacere.
Come avevo già scritto in un altro articolo di questo blog, Cutro diventò famosa nel
Sopra, una delle tante foto scattate nei primi anni Sessanta, il giorno dell’inaugurazione di Villa Condoleo. L’ho presa dal nuovo sito della Casa di Carità di Scandale http://www.fondazionecasacarita.blogspot.com/
Riporto di seguito la prima parte di un articolo del prof. Manlio Rossi-Doria sulla Festa della Madonna di Condoleo di Scandale, da lui seguita personalmente nell’estate del
A
Quando il pullman portando i musicisti è arrivato tutti si sono precipitati a vedere chi scendeva. I musicisti vengono da Fasano e dormiranno nelle famiglie di Scandale. Da questa mattina c’è nell’aria la festa. I contadini si sono ritirati all’una. Qualcuno anche più tardi. Fuori piazza, e nelle strade perpendicolari al corso non si sente la festa fino a colle del Vento, la vita cammina come gli altri giorni. Nelle case si sentono i preparativi per l’uscita, solo dentro e non per la strada. Alle 7½ la musica è passata per la chiesa per formare il corteo che andava a prendere
I musicanti non suonavano, nessuno cantava. I ragazzi dell’azione cattolica andavano loro soli a prendere il quadro della madonna al Santuario di Condolio. Ritornarono con lampioni accesi e nella notte era suggestivo. Il corteo si era riformato. Ferguson e motociclette per testa. Azione Cattolica femminile, Casa di Carità. Azione Cattolica maschile con quattro ragazzi che portavano il quadro e il popolo dietro. C’era molta gente allora. È uso difatti di venire incontro alla Madonna, di andarla a prendere o di aspettarla in chiesa o sulle porte o agli sbocchi delle strade laterali. I gruppi più importanti sono quelli: 1) quello che va a Condolio con la gente incontro. 2) Il gruppo che rimane al bivio dove si ferma
Al ritorno ci fu un po’ di musica, qualche cantico intonato dall’Azione Cattolica. All’entrata del paese, la musica cominciò. Passando sotto gli archi illuminati
In chiesa entrarono forse 20 uomini e tutto il resto era composto di donne vecchie, bambini e giovani dell’Azione Cattolica. La chiesa era per ¾ piena. Ci fu benedizione e tutti andarono a casa a cenare. Alle undici, i musicanti andarono sul palco e suonarono 2 pezzi d’opera. Molta gente era già tornata. La maggior parte dell’uditorio era composto di uomini. Erano forse un centinaio. Faceva freddo e tornarono alle loro case fermandosi ancora davanti alle bancarelle e alle cantine. Pochissimo spirito religioso. L’unico ad avere gridato Viva Maria che viene domani nella mia casa a Corazzo è il capo comunista Francesco Voce. Condolio è per loro un divertimento detto a carattere religioso, ma anche se veramente sono devoti alla Madonna, vogliono divertirsi e vedere cose non giornaliere.
Roma, ARCHIVIO ROSSI-DORIA, Notazioni ed appunti tratti dalle interviste agli abitanti di Scandale (1955), Volume II, fascicolo 9.
Delfi è un’antica città della Grecia dove dal VII sec. a.C. vi si affermò il culto di Apollo. L’Oracolo, più volte saccheggiato, fu soppresso da Teodosio nel 390 d.C. Sopra, ruderi del Tempio.
Ti avverto, chiunque tu sia.
Oh, tu che desideri sondare gli Arcani della Natura,
se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi
non potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se ignori le meraviglie della tua casa,
come pretendi di trovare altre meraviglie?
In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.
Oh, uomo conosci te stesso
e conoscerai l’Universo degli Dei.
ORACOLO DI DELFI