Martedì 24 febbraio 2015 al Teatro Piccolo Orologio di
Reggio Emilia, sarà presentato il libro di Iginio Carvelli “La spina di rovo”
domenica 22 febbraio 2015
Massime e aforismi - Giovanni Pascoli
TERMOPILI
TERMOPILI
In greco Thermopiles
Passo della Grecia nella
Ftiotide, tra il monte Eta e il golfo Maliaco nell’Egeo. Termopili (porte
calde), deve il nome alle vicine sorgenti termali. Luogo di culto dedicato a
Demetra a cui gli era stato dedicato un tempio. Questo passo acquistò
un’importanza strategica per la
Grecia nel 480
a .C. durante la 2ª guerra persiana. Presidiato da truppe
ellenistiche alleate (circa 1000 uomini), il passo fu conquistato dopo tre
giorni di combattimento dai persiani, che sorpresero alle spalle il contingente
spartano di 300 opliti di Leonida e lo annientarono. L’accanita resistenza dei
greci in questo scontro ha offerto materia per ricostruzioni leggendarie,
eroiche e ora anche cinematografiche dello scontro.
Scene di Carnevale
domenica 15 febbraio 2015
Antonio Fava - Maschere e volteggi nel teatro del mondo
Antonio Fava in una foto pubblicata su Facebook |
Antonio Fava - Maschere e volteggi nel
teatro del mondo
Hanno portato la loro arte ovunque e
hanno fondato a Reggio importanti scuole. Sono Antonio Fava, con la comicità
arguta della Commedia dell’Arte e Marinel Stefanescu, ballerino e coreografo di
danza classica.
Un mestiere per “burla”
È debordante, esplosivo, come il suo talento.
Per spenderlo ha bisogno di girare il mondo: dall’Europa all’America dal Medio
Oriente al Giappone. Del resto, l’inizio dell’esistenza di Antonio Fava è
cominciata con un viaggio e da allora non ha più smesso. A quattro mesi di vita
è arrivato a Reggio da Scandale (Crotone) e oggi, che di anni ne ha 58,
continua a girare il mondo con la sua Commedia dell’Arte. È attore, autore e
regista teatrale. Sulla Commedia dell’Arte – di cui è protagonista e maestro
riconosciuto – scrive anche libri tradotti in inglese e spagnolo e costruisce
mirabili maschere ispirate, solo per la struttura di base, a quei personaggi
archetipi come Pulcinella, Arlecchino e Pantalone che portano in scena la vita
quotidiana. “Il teatro è cominciato qui in Italia, con la Commedia dell’Arte circa
500 anni fa” – chiarisce:
“Quando
sono fuori Italia ho questa duplice veste di terrone-polentone di cui vado assolutamente
fiero e che mi permette di fare un sacco di osservazioni. Le maschere sono
archetipi di comportamenti umani che vengono collocate per mettere in relazione
diverse condizioni umane in conflitto. Sono partito guardando le facce dei
contadini emiliani, che conosco meglio dei calabresi, e che hanno ispirato alcune
delle mie maschere”.
E tornando a Reggio dai tanti viaggi, come
vede la città?
“È come
infilarsi a letto alla fine di una giornata di lavoro. È un conforto. Io sono forse
più fortunato dei miei concittadini rispetto al tema “dell’invasione degli stranieri”,
perché anch’io sono stato un invasore, perché invado altri Paesi andandoci, perché
spesso torno a casa da Paesi dove, quello che da noi è solo l’inizio, là è una
situazione assodata. Non credo che abiterei mai in periferia, amo il centro
storico, ma qui consentirei ai commercianti di aprire e chiudere i loro esercizi
quando vogliono. Non ho mai accettato la chiusura dei negozi il giovedì pomeriggio.
A New York, a Manhattan si crea un’atmosfera incredibile perché 24 ore su 24 si
può fare spesa, 24 ore su 24 si può uscire”.
A Reggio mancano opportunità o i reggiani
sono riservati?
“Non so.
Probabilmente c’è anche una mentalità, una riservatezza tutta reggiana. E poi
bisognerebbe dare a chiunque la possibilità di aprire qualsiasi tipo di locale,
una volta che abbia garantito la sicurezza. Il mondo cambia e, paradossalmente,
se vogliamo conservare le cose, dobbiamo accettare anche il cambiamento”.
E tornando a Reggio dai tanti viaggi:
“In giro per il mondo non porto quindi
due o tre mascherine o mossettine, ma un principio su cui si fonda il teatro moderno,
il teatro professionista che significa affare, mestiere, organizzazione del
lavoro”.
Antonio Fava ha fondato e dirige a
Reggio la Scuola
internazionale dell’attore comico che accoglie ogni anno da 70 a 80 giovani attori e
attrici professionisti da vari Paesi. Insegna anche in istituti, università e
accademie d’arte drammatica di tutto il mondo. Dove passa lui nascono compagnie
teatrali. Una carriera cominciata alla fine degli anni Sessanta con Dario Fo e
che poi è stata costruita mattone su mattone, giorno dopo giorno, anche con
l’aiuto della sua manager e moglie Dina Buccino. E cosa porta Fava di
reggianità in giro per il mondo? Reggiani che vivono all’estero, nuovi
cittadini che arrivano da ogni parte del mondo, mercati senza confini: segni del
villaggio globale nel nostro quotidiano.
Fonte: sito del Comune di Reggio Emilia
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Il poeta della Massoneria: L’abate calabrese Antonio Jerocades
Antonio Jerocades
Parghelia 1738 – Tropea 1803
Sacerdote, massone, patriota e poeta
italiano.
La Libertà
Il mondo giace nella barbarie: non c’è
più pace non libertà.
Il cieco errore con le sue favole
spense l’amore dell’onestà.
Non più le selve i mostri albergano,
regnan le belve nelle città.
Natura langue spento il bel genio:
nuota nel sangue l’Umanità.
Altri sull’arme fonda l’imperio: altri
sui carmi della pietà.
Fra due catene il corpo e l’animo
sospira il bene che mai non ha.
Di quei che freme tra le dovizie, a’
fianchi geme la povertà.
Dov’è quel lume, germe d’Apollino?
Mendace nume l’ha spento già.
Ragion, coraggio mancan, qual nuvole,
che il chiaro raggio sgombrando va.
Alme ingannate, tra il cieco popolo
invan cercate felicità.
Più non si accende tra tante tenebre
niente che intende la verità.
Il Tempio interno su, su riaprasi: il
fabro eterno ci aiuterà.
Questo strumento della grande opera il
pavimento stabilirà.
Poi con misura l’altre adombrandosi
l’eccelse mura solleverà.
Allor che il tetto col terzo formasi
di gioia il petto ci colmerà.
Oh quanta è vaga l’angusta macchina!
Contenta e paga l’alma sarà.
Di tanti amici che qui convivono,
saggi, e felici la società.
Non mai per anni, non mai per secoli,
ne per inganni mancar potrà.
Se nasce eguale dall’alta origine ogni
mortale per ogni età;
Virtù che sola fra noi distinguesi, in
questa scuola germoglierà.
Che se non nasce dal vero merito, ma dalle fasce la nobiltà;
Pregio e valore col proprio spirito,
col proprio core si acquisterà.
Tacete ormai: si apre l’Empireo;
spuntano i rai della beltà.
Oh dolce spene, tu ci fai scorgere
l’idea del bene, che al cor ci sta.
Il mondo aspetta l’alma concordia;
l’alta vendetta non tarderà.
Sien nostra guida fede e silenzio: sia
ancor fida la libertà.
Per noi si vendichi la libertà.
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Massime e aforismi - Luigi Di Bella
Il prof. Luigi Di
Bella
|
“L’Italia
è un paese ammalato di disinformazione.
E la
disinformazione ha una capacità criminale inimmaginabile”
Luigi Di
Bella
Linguaglossa
(Catania) 1912 – Modena 2003
Medico e
scienziato
Famoso
per il cosiddetto Metodo Di Bella (o multitrattamento Di Bella - MDB). Terapia
alternativa per il trattamento dei tumori.
domenica 8 febbraio 2015
Intervista di Monica Pasero a Iginio Carvelli
Iginio Carvelli in una foto di Cesare Grisi |
OLTRE SCRITTURA
Oggi, nel mio spazio, ho
il piacere di ospitare un uomo impegnato da sempre nel sociale. Il quale
attraverso la comunicazione e i suoi grandi valori ha lasciato un’impronta
forte e positiva, soprattutto concreta, a favore della sua splendida terra: la
Calabria.
Uomo di grandi risorse,
in cui si evidenzia la sua forte spiritualità e il suo grande senso di
giustizia che traspare anche nei suoi innumerevoli scritti. A Oltre scrittura
il giornalista nonché scrittore Iginio Carvelli.
La sua esperienza nel
campo della comunicazione è davvero vasta. leggendo la sua biografia non posso
che evidenziare la grande forza e perseveranza nelle sue innumerevoli lotte e
innovazioni a favore dei suoi conterranei. Viviamo oggi in una società di
parolieri dove la parola circuisce, ma la sostanza non giunge. A suo avviso
l’idealismo può ancora rivoluzionare questa società, c’è ancora speranza per
chi ci crede davvero?
L'idealismo
da solo non basta. È una linfa necessaria per tenere vive le radici dei valori
umani e culturali, ma come le idee, ha bisogno delle gambe per camminare. I
processi del cambiamento si costruiscono con la forza degli ideali capace di
smuovere le incrostazioni della conservazione e di fare avanzare il nuovo,
mirato esclusivamente al bene comune. È possibile rivoluzionare
questa società e c’è motivo di bene sperare con un idealismo che si
faccia azione, con idee vive e sane e
non con idee morte e malate perché, e rubo un pensiero di Sciascia: “Un’idea
morta produce più fanatismo di un’idea viva; anzi soltanto quella morta ne
produce poichè gli stupidi, come i corvi, sentono solo le cose morte”.
La comunicazione, a
quanto leggo, vive con lei da sempre: per molti anni ha diretto il mensile
“Kairos” che si occupava appunto di cultura e attualità e qui le chiedo: dalla
sua esperienza di vita, la vera cultura passa tramite le cattedre e i letterati
o tramite la vita di tutti i giorni?
Il
concetto di cultura ha mille facce ,
significati e definizioni perché si è
modificato nel corso dei secoli nelle varie tappe del cammino dell’umanità. Mi
affascina il pensiero antico che vede la
cultura come educazione dell’uomo alla
vita umana. Poiché il termine deriva dal latino colere che significa coltivare,
il pensiero va al seme che si umilia e si nasconde in una zolla di terra per
esplodere in una fioritura verso il cielo e diventare pianta, albero,
frutto,ombra, ospitalità. Sono tante le specie degli alberi come sono tante le
culture che rappresentano la ricchezza vera dell’umanità, culture differenti da
rispettare e amare. Le cattedre e i letterati
rischiano a volte di essere querce che producono ghiande , se dimenticano
le radici e vivono della gloria del
sapere, spoglia della centralità
dell’uomo che è soprattutto dignità e amore. Scrive San Paolo: puoi conoscere
tutti i misteri e tutta la scienza, parlare tutte le lingue, se non hai l’amore
sei un niente, un cembalo suonante. La vita di tutti i giorni è fatta di
incontri, di relazioni, di conoscenze, di tradizioni, di religiosità, di gente
in cammino che sono l’essenza della cultura cioè il seme che si fa albero. Ci
sono i grandi letterati, ma non mancano i piccoli scrittori di periferia che
vivono in mezzo ai problemi della gente, spesso sfruttati da editori stampatori
che in nome della cultura mirano a un profitto poco pulito. La scrittrice
Marguerite Yourcenar afferma che “Chi edifica biblioteche, costruisce granai
contro l’inverno dello spirito”. Ogni libro è un chicco di grano, quindi un
valore che si aggiunge ai processi
culturali che partono dal basso. Processi che andrebbero sostenuti e
apprezzati dalle politiche formative e
culturali.
Da sempre legato alla
sua splendida terra, decide di regalare a quei posti, precisamente alla sua
amata Scandale una delle sue opere dal titolo “Rughe di pietra” edita da
Rubettino Editore, con la quale vince nel 1996 il prestigioso premio “Il Pino
d’oro - giornalismo letterario”. In questa sua raccolta, racconta la vita
semplice di quei luoghi e il suo divenire. Qual è il messaggio, principe, di
questa sua narrazione?
La
televisione ha spento il focolare che una volta veicolava le memorie non
scritte di una determinata comunità. Non si racconta più accanto al focolare e
si perdono conoscenze che narrano i sudori dei padri. Le nuove generazioni si godono l’ombra di un albero e non si
domandano che , tanto tempo fa, c’è stato un uomo che in quel posto ha piantato
un seme. Un uomo, che ha ricevuto le memorie dal racconto del nonno o dei genitori,
ha il dovere di tenerle in vita. Io ho avvertito questo imperativo interiore e
ho raccolto in “rughe di pietra” piccole storie del mio paese, destinate
altrimenti a un indecoroso oblio. Il passato è un patrimonio che si consegna al
presente per essere arricchito e costruire il futuro. Un messaggio che vale
per i padri e vale per i figli.
Le sue opere sono tutte
di grande valore sociale, toccano tematiche forti e sempre attuali. Nei suoi
testi spicca la necessità di condurre il lettore alla riflessione, al bisogno
di riportare nelle gente il senso della giustizia. Quale, secondo lei, tra le
sue opere ha espresso al meglio questo concetto?
In “donna d’onore” Stango editore, e in “La
spina di rovo” Europa edizioni - ambientati in tempi e realtà dominati dalla
presenza di gruppi mafiosi, si evidenzia
l’urgenza di una crescita della cultura
della legalità. Un processo culturale
che inizi dalla famiglia, si rafforzi
nella scuola, si diffonda nella comunità civile. La mafia è un cancro
che ostacola la crescita economica del territorio, umilia la gente per bene, dà
valore alla prepotenza. Si fa spazio anche una mafia sottile, invisibile ogni
qualvolta il diritto viene sostituito dal favore, per cui chi ha santi in
paradiso corre veloce, lasciando appiedati gli altri. Gli svantaggiati sono
spesso le vittime di una giustizia che non c’è.
Tra i tanti libri, da
lei pubblicati , ricordo: Danuta” edizioni lavoro Roma e “Donna d’onore” Stango
editore, dove protagonista indiscussa è la donna. Dall’alto della sua maturità
le chiedo: secondo lei, a oggi, la donna cosa ha perso e cosa deve ancora
raggiungere nella sua evoluzione?
Ha
perso il pudore di Lucia Mondella, ma ha conquistato il coraggio di Aung San
Suu Kyi e l’amore di Madre Teresa di
Calcutta. Si fa largo la valenza della mente e del cuore della donna, al di là delle
doti del corpo. L’impegno della donna nella cultura, nella vita sociale, nelle
istituzioni, si manifesta sempre di più
straordinario, esaltante, innovativo, a volte rivoluzionario. Secondo il
mio modesto parere, la donna non ha bisogno delle concessioni dei maschi per
cui non hanno senso le quote rosa. Le sue sensibilità a volte sono uniche e in
grado di frantumare mentalità e arroganze legittimate dalle leggi.
Tra le sue opere, mi
soffermo su quella che mi ha incuriosito di più “Diario di un cane randagio”
edito da Falco Editore. Anch’ essa legata al bisogno di giustizia, ma questa
volta a rivendicarla è il mondo animale. Due parole su questa sua narrazione.
Ritengo
elemento di civiltà il dovere di tenere viva l’attenzione sui nostri amici
animali. Il cane non è un problema, ma
una soluzione e come tale una risorsa. Gli
animali hanno un ruolo di
servizio all’uomo, “Signore” del regno animale. Nella genesi leggiamo: “Facciamo
l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza e domini su tutti gli
animali” (dominare da dominus, signore!). La cronaca di tutti i giorni ci dice
che spesso l’uomo si comporta non da
signore, ma da mascalzone. Il fenomeno dell’abbandono è diffuso e svela
l’ipocrisia di chi ama la fedeltà del suo cane
e poi l’abbandona. Sostengo che il cane non è un oggetto ma un soggetto
e come tale ha i suoi diritti: essere rispettato, curato, accolto, amato. Anche
per lui c’è una giustizia da rispettare.
Girando sul web, mi
imbatto in questa suo frase: “Avrei due strade, la disperazione e la speranza,
ossia il buio e la luce. Sulla prima strada tutto è perduto, sulla seconda
tutto è possibile”(tratta da “Uguali ma diversi” edito da Rubettino Editore). Dove
mi trova pienamente d’accordo e qui le chiedo: nella sua lunga esperienza come
“Uomo” quanto la speranza le è stata alleata in questi anni ?
La
vita di un uomo è segnata da delusioni, sogni spezzati, affetti perduti,
incomprensioni e sconfitte che lasciano cicatrici profonde che, a volte, scoraggiano
a proseguire un cammino. Ogni uomo fin dalla culla conosce il pianto, a volte
cocente. È sempre vero che alla notte segue il giorno con il calore di chi ti
vuole bene, con la gioia di un figlio che nasce, con l’arrivo di un’opportunità
lavorativa, con la generosità di una mano tesa,con la lotta per una società più
giusta, con la fede che rafforza lo spirito. In fondo a un tunnel c’è sempre
una luce che si chiama speranza. “Non abbiate paura, non lasciatevi rubare la
speranza”. Sono parole di Papa Francesco. Se penso al mio passato, vedo le
tante cadute e quante volte mi sono rialzato; sogni sfumati e sogni realizzati,
ingratitudini ricevute e grazie su un sorriso innocente, una malattia e una
guarigione, una giovinezza che se ne va e un’età che avanza serena verso il traguardo finale che è
l’abbraccio nella misericordia del Padre. In tanto cammino, la speranza mi è
stata amica e non mi ha mai tradito.
Un consiglio per tutti i
giovani che vogliono provare ad intraprendere questa strada.
Un
ragazzo chiese a un vecchio seduto su una panchina: cosa devo fare per
diventare saggio? Il vecchio rispose: leggi per interpretare i segni dei tempi,
fai tesoro del tuo pianto e non fermare lo sguardo sul pattume, ci sono tanti
fiori intorno a te. Il ragazzo sorrise incredulo: tu sei un idealista e allungò
il passo. Non andare via, si lamentò il vecchio, dovresti pagarmi per il
consiglio che ti ho dato, ma in compenso dammi una mano per sollevarmi da
questa panchina. Ho perso le forze eppure ho combattuto tante battaglie per un
mondo diverso. Il ragazzo liberò la sua ironia: Ci sei riuscito? Il vecchio
scrollò la testa e disse: No, perché combattevo con l’odio e il rancore nel
cuore, ma tu ci riuscirai se la tua arma sarà l’amore nutrito dalla verità.
Intervista di Monica
Pasero a Iginio Carvelli pubblicata nel mese di ottobre 2014 dal sito
oltrescrittura.blogspot.it
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Lontananza dallo “Scoglio” – Poesia su Santa Severina
Scorcio di Santa Severina in una foto di Pino Barone |
Lontananza dallo “Scoglio”
Acor ti rivedrò mio borgo antico
pien di ricordi, favole e leggende
con me che ripercorro il vecchio vico
che s’apre al grande Campo che m’attende?
Il grande Campo, chiuso da ponente
dalle svettanti torri del Maniero
in faccia al campanile alto e possente
dal rintocco ora lieto ora severo.
E sulla cupoletta bizantina
vola il Pensier che a notte mai riposa
a ricordarmi sempre Siberina
Un sorriso, una lacrima, una rosa
or che s’impiuma di luce la collina
lascio come si fa con una sposa.
Francesco De Luca
Poesia di Francesco De Luca pubblicata sui Quaderni Siberenensi, Edizioni Publisfera,
San Giovanni in Fiore (CS), anno VIII dicembre 2006, pag. 181
Santa Severina - Piazza Campo in una foto di Pino Barone |
Panorama di Santa Severina |
Massime e aforismi - Luigi Santoro
Luigi Santoro sul balcone dell'Albergo Rio di Scandale nel maggio 2009 |
“La
storia è un lungo e rocambolesco viaggio dell’uomo,
nel tempo
e nello spazio, con il solo biglietto di andata”
“La
storia è un’eterna guerra di religioni, religioni che si combattono tra di loro
nascondendosi
dietro i partiti, e spesso, anche dietro i carri armati”
LUIGI
SANTORO
Scandale
1955 –
Le frasi
si trovano nel libro Storia di Scandale,
Gangemi Editore, Roma, 2007, pag. 11, pag. 101
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domenica 1 febbraio 2015
Eolico a Scandale - Comune ricorre al Consiglio di Stato
Parco Eolico a Scandale |
Il
sindaco Pingitore: strade rotte e nessuna giornata lavorativa per la
popolazione locale
SCANDALE venerdì 30 gennaio 2015
A Scandale l’installazione dell’eolico sta rasando
a suolo bellissime colline che facevano da cornice nel contesto di un paesaggio
marino dell’area crotonese, nelle zone dove un tempo vissero i grandi della
Magna Grecia, fra cui Pitagora. L’attività dei mezzi meccanici, oltre al
movimento terra in atto, con il loro transito ogni giorni distrugge le strade
interpoderali tra cui quella di Santa Domenica che è una scorciatoia per
Crotone, in un’epoca dove i comuni non hanno fondi per l’ordinaria
amministrazione e manutenzione dovranno anche subire passivamente i soprusi.
“Ad oggi nonostante la convenzione prevedesse lavoro per la popolazione locale,
non è stata neanche consumata una sola giornata lavorativa per gli abitanti di
Scandale” afferma il primo cittadino Iginio Pingitore. “I rappresentanti delle
società costruttrici si sentono i nuovi padri eterni calati dal cielo, non
vogliono incontri, nessuna nuova trattativa, anche quando le convenzioni
sottoscritte nel passato siano scadute, non si sente altro che: ‘abbiamo tutte
le autorizzazioni’, praticamente hanno il lascia passare su tutto, e gli
appelli dei sindaci e dei cittadini rimangono inascoltati. L’amministrazione
comunale di Scandale è in forte imbarazzo di fronte ad una politica così
scellerata e non si capacita del fatto che nonostante le ordinanze di divieto
di transito, la società costruttrice fa ricorso al Tar e il tribunale concede
la sospensiva”.
“E’ un caso che il comune di Scandale – continua
Pingitore – ha emesso due ordinanze per salvaguardare la propria stradella
interpoderale, l’incolumità dei cittadini, e il TAR continua a dar loro
ragione? E se sciaguratamente un individuo patisse il disagio della strada, chi
pagherebbe eventuali danni? L’amministrazione agisce secondo la volontà dei
cittadini e così mediante l’ordinanza emessa il 3 dicembre del 2014 a firma del
Responsabile dell’Area Tecnica, ing. Antonio Urso, pone il divieto di transito
(ad eccezione dei veicoli a esclusivo uso agricolo), lungo la strada dopo aver
accolto le doglianze della popolazione locale, la quale ha segnalato lo stato
di pericolosità del tratto stradale interessato, e le preoccupazioni
manifestate dal comando Stazione Carabinieri per l’evidente dissesto del manto
stradale, fonte di elevato pericolo, aggravato ulteriormente dalle avversità
stagionali, quindi per la tutela della pubblica e privata incolumità, oltre a
pervenire le inevitabili azioni risarcitorie nei confronti dell’Amministrazione
comunale in quanto il comune essendo proprietario della strada a sua volta è
condannato a pagare. Il TAR con decreto emesso in data 05.01.2015 accoglie
l’istanza di misure cautelari monocratiche e, per l’effetto, sospende per
quanto di ragione, l’esecuzione del provvedimento impugnato relativo al
transito dei mezzi di cantiere. Il comune ritenendo che proprio i mezzi di
cantiere hanno causato i danni ha emesso una nuova ordinanza per la chiusura al
traffico della strada comunale di Santa Domenica, ma il 16 gennaio 2015 il TAR
da ulteriormente ragione alla ditta. Il comune di Scandale a questo punto non
demorde e si appella alla giurisdizione del Consiglio di Stato, affinché possa
far prevalere le sue ragioni”.
Articolo e foto del sito Il Cirotano
Calabria neve
Lorica in una foto di Video Calabria |
Sila - Lago Arvo |
Sila - Lorica |
Camigliatello Silano in una foto di Video Calabria |
Cosenza in una foto di Andrea Pisani |
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Sculture famose
Biblioteca che affonda, scultura di Petrus Spronk. Si trova a Melbourne |
Robert Glen. L'opera, in bronzo, si trova a Las Colinas, nel Texas |
Scultura, realizzata da Chong Fah Cheong lungo il fiume che attraversa Singapore |
“Freedom”, celebre scultura di Zenos Frudakis, collocata a Philadephia, USA. Tutte le foto sono di Rai storia |
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