Foto scattata a Scandale nel 1960, durante le riprese del film “Il Brigante”. In ginocchio, Castellani mentre dirige una scena.
“Non avrei potuto fare altrove il mio film, solo qui ha senso, tra questa gente, che ha la stessa umanità dei personaggi”.
Frase tratta da un’intervista rilasciata al giornalista Orazio Gavioli, a Scandale in piazza San Francesco, durante le riprese del film “Il Brigante”. L’articolo, con molte fotografie, fu pubblicato pochi giorni dopo sulla rivista
Per il film, Renato Castellani prese spunto dal romanzo di Giuseppe Berto, pubblicato dall’Einaudi nel 1951.
Nel romanzo, il brigante si chiama Michele Rende e nella cronaca nera corrisponde effettivamente alla storia vera del bandito Francesco Acciardi di Aprigliano della Sila, che era, al tempo in cui Berto scriveva, ancora vivo e scontava l’ergastolo nel penitenziario di Procida, accusato di aver ucciso la moglie, Miliella.
Miliella fu la sua vera moglie, che una sera (secondo la versione della difesa), aveva freddo e lui le diede il suo pastrano e così fu uccisa al posto di lui da un sicario traditore.
Famosa l’arringa dell’Onorevole Gennaro Cassiani, in Assise a Castrovillari nel 1934, che lo difendeva. L’Acciardi fu graziato dal Presidente della Repubblica negli anni Sessanta.
Alcune scene del film, girate a Scandale in piazza San Francesco, si possono vedere (per chi non l’avesse già fatto), su You Tube digitando “La storia del brigante Acciardi”, cantata da Maria della Sila, oppure sul sito www.apriglianoweb.it.
In questo filmato che dura 8 minuti si vede, fra le altre cose, la scena dove i Carabinieri (che erano mio zio, Salvatore Cacozza e Medo Cizza) escono con il brigante dal palazzo dove adesso c’è la banca. Per la cronaca, questa è l’unica scena dove io, all’età di 5 anni, ho assistito personalmente, guardando per ore le comparse che facevano su e giù per le prove. Del resto non ricordo niente.